Trimestrale di cultura civile

Tra sussidiarietà e comunità di patrimonio

  • MAR 2023
  • Antonella Caroli

Condividi

Il percorso in nome della bellezza di un corpo intermedio che si è sviluppato a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso per opporsi all’attuazione di piani di sventramento del centro storico di Roma. “Il compito di Italia Nostra non si esaurisce nel salvare dal degrado monumenti antichi, bellezze naturali o opere di ingegno. Italia Nostra persegue un nuovo modello di sviluppo, fondato sulla valorizzazione dell’inestimabile patrimonio culturale e naturale italiano, capace di fornire risposte in termini di qualità del vivere e di occupazione”. E in questa fase di profonde trasformazioni, l’associazione è fortemente impegnata a favore dell’adozione di una tempestiva ed efficace normativa per la pianificazione delle aree idonee e non idonee per l’installazione degli impianti di produzione di energia rinnovabile. Italia Nostra fa proprio il richiamo della Convenzione di Faro che identifica anche nelle “comunità di patrimonio” un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici del patrimonio culturale e che desidera, nel quadro di un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future.

Non si può parlare di Italia Nostra e della sussidiarietà senza partire dalla considerazione di cosa rappresenti il mondo del Terzo settore per il nostro Paese. Si tratta infatti di un mondo capace di produrre il 5% del PIL nazionale, cioè 80 miliardi di euro, di annoverare 362.634 istituzioni e associazioni non profit e impiegare 861.919 dipendenti. Il contributo del Terzo settore non si limita, però, solo al PIL ma, anzi, eroga servizi ai cittadini che coprono quasi tutti gli aspetti della vita sociale: dal diritto allo studio alla parità di genere; dal contrasto alla povertà alla lotta per i diritti civili; dalla tutela e protezione dell’ambiente alla promozione della legalità. Si tratta, quindi, di un sistema sociale ed economico molto sviluppato, che affianca le istituzioni pubbliche grazie alle disposizioni previste dall’articolo 118 della Costituzione. Questo articolo infatti consente “l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”: una positiva intuizione dei padri costituenti.

 

Qualità del vivere e di occupazione

L’azione di Italia Nostra si inserisce in questo quadro generale fin dalla sua nascita, a seguito del movimento di opinione sviluppatosi agli inizi degli anni Cinquanta per opporsi all’attuazione dell’ennesimo sventramento del centro storico di Roma. In quell’occasione alcune personalità di spicco della cultura italiana si unirono a difesa del nostro patrimonio sempre più minacciato. Tra i fondatori, particolare importanza ebbe Umberto Zanotti Bianco, già presidente per cinque anni – dopo la liberazione di Roma nel 1944 – della Croce Rossa Italiana e fondatore di altri famosi e benemeriti enti quali l’Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d’Italia (ANIMI), nata nel 1910, e la Società Magna Grecia, nata come filiazione dell’ANIMI nel 1920, con lo scopo di raccogliere fondi a sostegno dell’opera delle Soprintendenze alle Antichità a sud di Napoli per gli scavi archeologici, il restauro e la costituzione o ampliamento di musei. Associazioni che ebbero un’influenza anche sulla stesura dell’articolo 9 della Costituzione e sull’atto costitutivo di Italia Nostra.

Il milieu culturale di larga parte della dirigenza dell’Associazione alla sua fondazione, si rifaceva alla tradizione antifascista liberale che era emersa dalla Seconda guerra mondiale: tali erano, oltre a Umberto Zanotti Bianco, anche Giorgio Bassani, Antonio Cederna e Filippo Caracciolo (presidente anche dell’Automobil Club Italiano). Il loro impegno civile aveva una connotazione fortemente etica che poi, con il tempo, è mutata in una visione più pragmatica. Come amava ripetere Desideria Paolini dall’Onda: “Il compito di Italia Nostra non si esaurisce nel salvare dal degrado monumenti antichi, bellezze naturali o opere di ingegno. Italia Nostra persegue un nuovo modello di sviluppo, fondato sulla valorizzazione dell’inestimabile patrimonio culturale e naturale italiano, capace di fornire risposte in termini di qualità del vivere e di occupazione”.

 

La Convenzione di Faro

Nel mentre si andava evolvendo il concetto di “patrimonio culturale”, fino a culminare nella stesura della Convenzione di Faro, figlia delle precedenti Convenzioni e Carte: Parigi (1972), Amsterdam (1975), La Valletta (1992) e così via. Firmata nel 2005 ed entrata in vigore nel 2011 (l’Italia l’ha ratificata nel 2020) la Convenzione di Faro elabora concetti che “intersecano” la sussidiarietà, andando a suggerire in che modo e perché la partecipazione della cittadinanza alla tutela, conservazione e gestione del patrimonio culturale debba essere opportunamente sostenuta e promossa dagli Stati aderenti. Se, quindi, l’articolo 118 della Costituzione è il pilastro fondamentale su cui venne edificata la vita associativa di Italia Nostra nella seconda metà del XX secolo, non meno importante per lo sviluppo delle attività di Italia Nostra nel nuovo millennio, è stata la Convenzione di Faro.

La Convenzione di Faro riconosce un diritto al patrimonio culturale ma anche una responsabilità individuale e collettiva nei confronti dello stesso, sottolineando come la sua conservazione e uso sostenibile favorisca lo sviluppo umano e la qualità della vita. Stabilisce poi che il patrimonio culturale sia un insieme di risorse ereditate dal passato, che le popolazioni identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come fonte condivisa di ricordo, comprensione, identità, coesione e creatività. Identifica anche nelle “comunità di patrimonio” un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici del patrimonio culturale e che desidera, nel quadro di un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future. Gli Stati aderenti devono mettere in luce il valore del patrimonio culturale attraverso la sua identificazione, studio, interpretazione, protezione, conservazione e presentazione per assicurare a tutti il diritto di fruirne.

Lo statuto di Italia Nostra, seppure senza richiamare espressamente la Convenzione di Faro, mette in pratica ogni giorno i suoi principi prefiggendosi di “stimolare l’adeguamento della legislazione vigente al principio fondamentale dell’articolo 9 della Costituzione, alle convenzioni internazionali in materia di tutela dei patrimoni naturali e storico-artistici e, in particolare, alle direttive dell’Unione Europea” e “promuovere idonee forme di partecipazione dei cittadini e dei giovani”.

Come tutte le Associazioni di Promozione Sociale, il coinvolgimento della base associativa avviene attraverso l’organizzazione di eventi culturali, incontri, assemblee e manifestazioni rivolti ai suoi stessi volontari. Queste attività, però, non hanno per oggetto la primaria ed esclusiva crescita culturale e sociale dei soci ma anche – e soprattutto – la tutela del patrimonio culturale attraverso azioni a favore di terzi, cioè di tutta la comunità nazionale. Si può dire che Italia Nostra crea dal basso e promuove le “comunità di patrimonio” previste dalla Convenzione di Faro, facendole interagire con le PPAA, mettendo quindi in pratica l’articolo 118 della Costituzione.

 

La competizione della socialità digitale

In più di sei decenni, l’Associazione è cresciuta fino ad arrivare a 200 sezioni territoriali. Importanti personaggi dell’ambientalismo italiano ne hanno fatto parte, come Giulia Maria Crespi, Fulco Pratesi e Carlo Ripa di Meana. Due importanti realtà della tutela ambientale (WWF) e dei beni culturali (FAI) hanno preso le mosse staccandosi da Italia Nostra, confermando la fecondità dell’intuizione dei fondatori. Insieme alle altre associazioni culturali e di protezione ambientale ha promosso un’intensa attività di suggerimento legislativo, come stimolo per la redazione di nuove norme sul patrimonio storico e ambientale italiano. Per questa via sono giunti a maturazione l’istituzione del Parco dell’Appia Antica a Roma e del Parco del Delta del Po, il recupero delle Mura di Ferrara e la Legge 394 sulle Aree naturali protette.

Come tutti i corpi intermedi, anche Italia Nostra soffre la competizione della nuova socialità virtuale ma, avendo finalità pratiche molto concrete, riesce comunque a mantenere una sua base, seppure tra le difficoltà della crisi Covid. La riforma del Terzo settore ha introdotto alcune modifiche statutarie e imposto una maggiore accountability che con gli anni dovrebbe produrre esiti positivi sugli organi di governance. Per questo, tutti ci auguriamo di poter traghettare Italia Nostra verso nuovi successi e nuove battaglie di grande valore culturale e ambientale per il Paese. Attualmente, l’associazione è impegnata a favore dell’adozione di una tempestiva ed efficace normativa per la pianificazione delle aree idonee e non idonee per l’installazione degli impianti di produzione di energia rinnovabili, per far fronte alle previsioni stabilite nel Green Deal europeo di riduzione delle emissioni di gas climalteranti. Una azione essenziale per consentire il miglior punto di equilibrio possibile tra lotta al cambiamento climatico e alla crisi energetica e tutela dell’ambiente, della biodiversità e del paesaggio.

Antonella Caroli è presidente nazionale di Italia Nostra; è stata direttore dell’Istituto di Cultura Marittimo Portuale di Trieste e segretario generale dell’Autorità Portuale di Trieste

Contenuti correlati

È online il n.10 di Nuova Atlantide

In ascolto dei giovani
(che non conosciamo)

17 AGO 2023

Disagi estesi e profondi, non solo nelle periferie. E istanze positive, sovente disattese. C’è una frattura che riguarda una generazione. E che chiama in causa drammaticamente gli adulti


VIDEO | La presentazione a Milano del Rapporto 2022 sulla Sussidiarietà

La macchina ambrosiana del bene

5 GIU 2023 | GIAN CARLO BLANGIARDO, PAOLO BONASSI, GUIDO BORSANI, BARBARA COLOMBO, EUGENIO MASSETTI, GIUSEPPE SALA, ALBERTO SINIGALLIA, GIORGIO VITTADINI

Non c’è welfare senza solidarietà, non c’è crescita senza welfare. Blangiardo: lo sviluppo sociale non si misura con il solo Pil. Il sindaco Sala: rafforzare la collaborazione tra istituzioni, privato e volontariato


Vittadini su la Repubblica giudica la proposta Calderoli

Autonomia differenziata?
Così non si aiuta il rilancio del Paese

17 MAG 2023 | GIORGIO VITTADINI

Servono unità e coesione, e una visione strategica condivisa. Per risolvere i conflitti fra Stato e Regioni e combattere le diseguaglianze non basta ridistribuire le deleghe. E, nota bene: questa non è sussidiarietà


Scuola di Sussidiarietà di Macerata / Seconda lezione

Amministrazione condivisa:
leggi, prassi e prospettive di riforma

1 APR 2023 | Edoardo Caruso, Giulio Casilli, Anna Menghi, Maria Elena Tartari

Esternalizzazione e sussidiarietà per progetti. Il metodo della programmazione sociale: il “caso” Marche. I nuovi spazi di libertà e di intervento che si aprono per il Terzo settore


Scuola di Sussidiarietà di Macerata / Prima lezione

Le origini dell’amministrazione condivisa
e i cambiamenti che si prospettano

31 MAR 2023 | Giorgio Bisirri, Marco Caldarelli, Giulio Casilli, Renato Ruffini, Lorenza Violini

Co-programmazione e co-progettazione come forme di attuazione della sussidiarietà scritta nei Trattati europei e nella Costituzione. La spinta della Consulta, le previsioni del Codice del Terzo settore e alcuni esempi in atto


Movimento cooperativo alla prova

Quali risposte alla domanda di un nuovo mutualismo

MAR 2023 | Mauro Lusetti

La promozione di un modello di sviluppo sostenibile interpella le realtà del mondo cooperativistico. Si tratta di una sollecitazione provocante.


Forbice generazionale

Patto per l’infanzia: via alle politiche trasformative

MAR 2023 | Paolo Lattanzio

In Italia un milione e quattrocentomila bambini vivono in regime di povertà assoluta. In pratica, più degli abitanti di Milano. Un dato drammatico, assai spesso dimenticato.


Persone e competenze

La “nostra” Africa

MAR 2023 | Don Dante Carraro

Quale futuro per il continente africano? In che misura la crisi della globalizzazione sta frenando desideri, bisogni e voglia di costruire di quell’immensa regione del mondo? I problemi sono gravi, le contraddizioni enormi.


Piattaforma Terzo Millennio

Come generare buona occupazione

MAR 2023 | Pierpaolo Bombardieri

Povertà, disuguaglianze, lavoro. Sono alcune parole chiave che fotografano la situazione precaria del nostro sistema Paese.


Sviluppo umano integrale

Sussidiarietà circolare e welfare di comunità

MAR 2023 | Stefano Zamagni

Oggi la sussidiarietà incontra ancora non poche difficoltà nella possibilità di attuazione pratica. Si scontra con resistenze culturali e perdurante confusione di pensiero.


L’età del packaging

Il narcisismo che “influenza” i rapporti

MAR 2023 | Luciano Violante, Silvia Becciu

Dall'Homo videns all'Homo filmans. C’è l’individuo che vive il quotidiano con lo scopo di filmare tutto.


La sorgente economia civile

Re-intermediare per ri-generare

MAR 2023 | Paolo Venturi

Oggi i decisori pubblici, siano essi centrali o territoriali, si trovano a vivere una sfida assai impegnativa: come immaginare e governare il cambiamento. La domanda di un’alternativa è nelle cose. Urge.


Politica colpevole

La disgrazia del neoliberismo selvaggio

MAR 2023 | Nadia Urbinati

Negli anni le decisioni assunte dalla politica hanno certamente responsabilità individuali e collettive comprovabili nell’aver permesso al neoliberismo aggressivo l’occupazione totale del mondo dei beni privati e pubblici.


Sostenibilità umana

Corpi intermedi: sussidiarietà sociale e stimolo politico

MAR 2023 | Tiziano Treu

Non è più il tempo del novecentesco Welfare State che certo ha avuto indubbi meriti. Ma davanti al manifestarsi di nuovi bisogni, sempre più inerenti i cittadini, tale formula ha mostrato e continua a palesare tutti i suoi limiti.


Coesione sociale

Le priorità del Terzo settore per il rafforzamento della sussidiarietà

MAR 2023 | Silvia Stilli

Oggi il vasto mondo dell’associazionismo fatica a comunicare la qualità del pronto intervento nel sociale: il bene fatto per bene.


L’Italia che fa l’Italia

Coesione è competizione

MAR 2023 | Ermete Realacci

Nel nostro Paese sono le imprese più coesive, vale a dire quelle che hanno un rapporto migliore con lavoratori, subfornitori, comunità, ambiente, che ottengono le prestazioni migliori.


Il tesoro dello Stivale

Lo scrigno prezioso della società civile

MAR 2023 | Paolo Cirino Pomicino

Negli ultimi trent’anni il pianeta è stato saccheggiato dal capitalismo finanziario, la vera peste del terzo millennio.


Il fattore Terzo settore

Trasformiamo la sussidiarietà da principio a realtà

MAR 2023 | Vanessa Pallucchi

Il Terzo settore si muove. E muove: oltre un milione di posti di lavoro, più di cinque milioni di volontari. Si tratta di un sicuro protagonista, esempio di modello virtuoso che sa coniugare ricchezza sociale con ricchezza economica.


Corto respiro

Il grande assente: il principio di responsabilità

MAR 2023 | Giuseppe Guerini

L’evidenza della fuga dalle responsabilità determina la fatica a riconoscere il valore collaborativo della cultura sussidiaria.


Lo Stato a venire

Sussidiarietà, sviluppo sociale e potere pubblico

MAR 2023 | Franco Gallo

È indubbio che il paradigma bipolare pubblico-privato, antecedente l’entrata in vigore del Titolo V, sia stato messo in crisi. Le evidenze portano a rilevare come, dall’intervento del legislatore, sia divenuta centrale la figura del cittadino in quanto soggetto attivo.


Società giusta

Uguaglianza e solidarietà: ecco i temi di primo rilievo politico

MAR 2023 | Anna Finocchiaro

Quanto è avvertito oggi il sentimento di una fraterna comunanza di vita e di sorte? Quanto è matura la scoperta di condividere un’appartenenza a una sfera di comunità e a un destino comune? Argomenti forti, precisamente indicati come missione nella nostra Costituzione.


Vettore di crescita inclusiva

Il tempo della transizione sociale

MAR 2023 | Luigi Bobba

Il Terzo settore è chiamato a sfide molto importanti per essere protagonista della cosiddetta transizione sociale.


Svolta d’epoca

Le premesse culturali per una vera rivoluzione di sistema

MAR 2023 | Piero Bassetti

Siamo alle prese con un forte mutamento strutturale ed esistenziale che provoca la persona a riflettere sulle possibilità di trovare ambiti in un mondo ormai glocale dove i soggetti e le comunità, anziché valorizzati, vengono a tutti i livelli scoraggiati.


Antropologia positiva

Alle origini della amministrazione condivisa

MAR 2023 | Luca Antonini

In una logica hobbesiana, l’articolo 55 del Codice del Terzo settore non avrebbe alcuna ragione di esistere, in una antropologia positiva, l’amministrazione condivisa è invece lo sviluppo consequenziale di quel presupposto.


Globalizzazione sfinita

La sussidiarietà, scuola di speranza

MAR 2023 | Enzo Manes

L’allargamento della famosa forbice che, in modo figurato, traduce il malessere diffuso di un Paese rappresenta oggi l’accertato fallimento del neoliberismo selvaggio.


Nuova Atlantide N. 8 - Marzo 2023

Persona, comunità, popolo

MAR 2023

Dibattito a più voci da uno spunto di Giorgio Vittadini. Un cantiere aperto per riattivare il motore inceppato del sistema-Paese. Alla ricerca di una nuova cooperazione tra le istituzioni e di queste con la società civile.

Clicca qui!