Società > Società
RICERCA | Focus in media (2015)

Televisione e infanzia. Le aspettative nei confronti dell'offerta televisiva per bambini

Per quantità di canali dedicati e programmazione per bambini, l’offerta italiana è tuttora tra le più ricche d’Europa; ma questa offerta costituisce solo la punta dell’iceberg, la porzione visibile a tutti gli osservatori di un complesso ecosistema produttivo, economico e culturale, che resta di norma invisibile. Il secondo e il terzo rapporto della ricerca Televisione e Infanzia hanno provato a indagare la parte sommersa dell’iceberg, cercando di mettere in luce le dinamiche e i processi da cui dipende l’offerta attuale.

Il Rapporto indaga l’adeguatezza dell’offerta televisiva per i bambini attraverso due diversi obiettivi di ricerca. Il primo consiste nella descrizione della pluralità di operatori (player) e di portatori di interesse (stakeholder) che concorrono a definire l’ecosistema della Children’s Television (CT), nella individuazione delle relazioni che intercorrono tra di loro, nella rilevazione dei luoghi in cui essi si esprimono definendo – ciascuno dal proprio punto di vista – cosa è e cosa dovrebbe essere la Tv per bambini.

Il report, adottando una prospettiva internazionale, illustra le relazioni tra mondo della produzione (con le sue varie professionalità, dall’ideazione dei contenuti alla loro confezione editoriale, alla distribuzione), le Istituzioni e le Associazioni della società civile deputate all’educazione e alla tutela dei più piccoli (soprattutto Authority, ONG e Associazioni di genitori e insegnanti) e ricercatori accademici (più o meno strettamente coinvolti su entrambi i fronti). Attraverso l’analisi dei testi attraverso i quali questi diversi soggetti si esprimono pubblicamente, nei vari contesti in cui questo avviene (dalle pagine dei giornali ai siti web, ai Festival dell’audiovisivo per bambini, alla produzione scientifica), si fanno dunque emergere i rispettivi punti di vista circa la Children’s Tv, il suo valore, il suo ruolo sociale e culturale, i criteri di qualità con cui misurarla, le caratteristiche che dovrebbe possedere; si fanno cioè emergere i diversi discorsi normativi che suggeriscono come dovrebbe essere e quali sono le aspettative nei suoi confronti.

Il secondo obiettivo consiste nel mettere a confronto questi diversi discorsi normativi, indagando come criteri di valutazione apparentemente simili si traducano in giudizi molto differenti a seconda delle categorie professionali o del ruolo istituzionale dei soggetti collettivi che li proclamano. Una particolare attenzione, in questa prospettiva, è dedicata al criterio di “qualità”: se tutti – dai produttori ai broadcaster, dai ricercatori accademici alle associazione di advocacy a tutela dei minori – sono d’accordo nel dire che la Tv per bambini deve essere una Tv di qualità, è poi molto difficile mettersi d’accordo su cosa si intenda per “qualità”. Come la si definisce? Come la si misura? E chi è deputato a questa valutazione?

 

Evento di presentazione

 

  • A cura di Piermarco Aroldi, Nicoletta Vittadini
  • Editore Fondazione per la Sussidiarietà
  • Anno 2015
  • Pagine 206
  • Collana Focus in Media
Clicca qui!