Le risposte di due presidenti della Camera – l’attuale e un suo predecessore - , alle domande dei partecipanti ai corsi. Il successo “in controtendenza” dell’edizione di quest’anno di “Conoscere per decidere”
Due presidenti della Camera – quello attuale, Roberto Fico, e l’ex, Luciano Violante – sono stati protagonisti dell’evento conclusivo della terza edizione della scuola di formazione politica “Conoscere per decidere”, un’iniziativa che è nata da un’intuizione della Fondazione per la Sussidiarietà e da un’antica istituzione milanese come l’Umanitaria, rappresentate nell’incontro dai rispettivi presidenti, Alberto Jannuzzelli e Giorgio Vittadini.
Alla scuola hanno partecipato 70 persone, prevalentemente giovani, un terzo studenti di Scienze politiche e Giurisprudenza, ma hanno partecipato anche dirigenti e impiegati della Pubblica amministrazione, anche avvocati, sindacalisti, imprenditori e pensionati, oppure persone semplicemente interessati ai temi politici e sociali di questo momento non facile che sta attraversando il Paese e il mondo intero. Inoltre, i partecipanti non erano solo milanesi, legati alla tradizione dell’Umanitaria, ma molti si sono collegati da varie città lombarde, dalla Liguria e persino dalla Campania e dalla Calabria.
In un momento in cui il distacco e il disinteresse per la politica è molto elevato tra gli italiani (80% secondo i sondaggi, tanto che il partito dell’astensione sarebbe il primo (40%), la scuola rappresenta un vaso di successo “in controtendenza”. Lo ha sottolineato, Alberto Jannuzzelli, ricordando grande passione – nonostante le mille difficoltà anche logistiche causate dalla pandemia - per le lezioni di politica tenute, in sei occasioni, da grandi personaggi della politica, dell’economia e delle università. Il tema scelto per questa terza edizione – Pandemia e società – ha permesso di scandagliare le difficoltà della democrazia occidentale, che appare pur sempre come il metodo migliore di governo ma sembra alquanto inceppata. In sostanza “L’obiettivo, nonostante tutto, anche quest’anno è stato raggiunto”, ha concluso Iannuzzelli
Lo scopo è stato riassunto da Giorgio Vittadini: “Ricostruire dal basso una sensibilità democratica per raggiungere il bene comune”. Ma Vittadini ha pure specificato il metodo della scuola di formazione politica: le tesi e le ipotesi contrapposte, la dialettica e la mancanza di qualsiasi visione ideologica aprioristica rispetto ai problemi che si pongono di fronte alla società.
Con impostazione simile si è espresso Luciano Violante, ponendosi domande di grande attualità, ad esempio: “Come si sente un cittadino in grado di decidere senza avere una conoscenza?” Violante ha notato che in fondo la scuola di politica è quasi sinonimo di una scuola di conoscenza.
Roberto Fico ha raccontato le difficoltà affrontate dalle istituzioni quando è scoppiata improvvisamente la pandemia e ha risposto con cortesia e attenzione alle domande che gli hanno rivolto i partecipanti ai corsi, affrontando i diversi problemi che quasi tutti abbiamo vissuto in questo difficile anno e mezzo. Primo fra tutti il problema della comunicazione, dove spesso i dibattiti televisivi tra virologi e le interpretazioni mediatiche hanno creato confusione. Su questo punto sono arrivate anche le principali domande dei partecipanti al corso.
Fico si è soffermato in particolare sul problema del funzionamento delle istituzioni in un momento dove, solo per il “distanziamento necessario”, diventava difficile votare anche alla Camera e al Senato. A suo parere comunque lo sforzo di mantenere una centralità del Parlamento è riuscito, nonostante la serie di DPCM che sono stati emessi.
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