VIDEO | “Una società di persone?”, il dibattito a “Stroncature”

L’uomo non è homini lupus:
privato sociale per il bene comune

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Il ruolo dei corpi intermedi nella democrazia di oggi e di domani. Ne hanno discusso Giorgio Vittadini (tra gli autori del volume), Luca Antonini, giudice della Corte Costituzionale, e Massimo Luciani, ordinario di diritto pubblico alla Sapienza. Una sintesi degli interventi e il filmato integrale dell’incontro

 

“Nessuna società è mai riuscita a creare prima un mercato o uno Stato, e poi una comunità. È invece da una comunità forte e solidale che possono svilupparsi e funzionare Stato e mercato”. Giorgio Vittadini parte da questa affermazione di Jeremy Rifkin per chiarire in quale contesto ideale si colloca il lavoro fatto con questo volume sui corpi intermedi e la democrazia. Nel suo intervento il presidente della Fondazione per la sussidiarietà mette a fuoco “lo smarrimento delle società occidentali”, dovuto al fatto che con la “globalizzazione selvaggia da almeno un ventennio la forza dei legami sociali si è indebolita ed è prevalso un modello di rapporto tra cittadino e istituzioni disintermediato. Una vera e propria campagna di discredito ha travolto infatti, non solo i partiti politici, ma anche realtà come i sindacati, le fondazioni bancarie, le cooperative”. 
La pandemia, e ora anche la tragedia della guerra, ci costringono a “una ripresa di responsabilità personale”, in un Paese come il nostro la cui storia è stata soprattutto quella delle sue diverse comunità, o corpi intermedi, che hanno saputo organizzare risposte ai più disparati bisogni”. E oggi? Il volume contiene una mappatura inedita del vasto e differenziato arcipelago delle comunità intermedie, per capirne l’identità, il ruolo e le prospettive. “Da un generale orientamento all’allentamento dei legami e alla disintermediazione – sostiene Vittadini - si sta timidamente ritornando all’idea che il Terzo settore sia ormai indispensabile al buon funzionamento dello Stato sociale e dei servizi ad esso correlati”.
Ma: che cosa può far recuperare vitalità, coesione, solidarietà, capacità creativa alle nostre società?” Di fronte alla precarietà del lavoro e alla disoccupazione come affrontare il futuro? Per Vittadini “bisogna saper guardare la scintilla che muove ogni singola persona, ripensare che cosa significa bene comune, affrontare i temi della giustizia sociale e della salvaguardia dell’ambiente dando corpo al paradigma della sostenibilità”.
E questo richiede la sussidiarietà, una “ritrovata vitalità delle comunità di base” a partire dalla formazione e dal lavoro.

Una sentenza contro l’homo homini lupus

Luca Antonini rileva che la democrazia ha subito la deriva individualista e quella plebiscitaria per cui “è venuto meno l’idem sentire su cui era stato costruito il compromesso costituzionale, la dignità identitaria della persona” connessa alla partecipazione ai corpi intermedi (chiesa, sindacato, associazioni…). Secondo il costituzionalista, il volume “Una società di persone?” mostra come questo idem sentire in realtà non sia andato del tutto perso, ma rimane nei corpi intermedi non politici, come ad esempio i sindacati e il terzo settore. i corpi intermedi che attengono alla sussidiarietà orizzontale (cioè il privato sociale) sono per Antonini patrimonio fondamentale per rinnovare la democrazia. Questo è anche ciò che ha affermato la giurisprudenza con la sentenza 131/2020 in cui si valorizzano le forme di impegno civile in cui emerge la natura relazionale dell’uomo: “Non homo homini lupus, ma un’antropologia positiva (vedi Kenneth Arrow) che è l’antidoto all’autoritarismo. Un processo democratico funziona solo se i corpi intermedi lo sostengono. Se questo non accade prendono piede le due derive accennate prima, quella individualista e quella plebiscitaria”.
Un cenno finale riguarda gli strumenti digitali: se le piattaforme propongono solo uno schema di reazione emotiva, non possono essere considerati corpi intermedi. Per esserlo devono essere luogo di riflessione, conclude Antonini.

I diritti delle persone nei corpi sociali

Luciani si chiede se oggi l’individuo ha gli strumenti per stare da solo di fronte allo Stato, agli altri individui e ai problemi della modernità. La risposta del volume è no.
A suo avviso il volume è uno studio complesso e molto utile, soprattutto visto che stiamo assistendo a una erosione della legittimazione di tutte le istituzioni.
Luciani apprezza la concezione ampia con cui lo studio parla delle formazioni sociali. Non condivide invece la scelta di parlare di democrazia diretta riferendosi ad esempio a referendum e leggi di iniziativa popolari, che sono istituti di democrazia rappresentativa, non diretta. Richiedono la mediazione della funzione rappresentativa.
Inoltre, dato che dalla ricerca sono stati esclusi i partiti politici, Luciani suggerisce di proseguire il lavoro con uno studio del rapporto, anche osmotico, di contaminazione tra partiti e corpi sociali.
Infine: manca una parte sui diritti degli appartenenti alle formazioni sociali nei confronti delle formazioni sociali stesse.

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