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Inaugurata la Scuola di formazione politica 2022

Né rock né lento
leadership è jazz

  • 07 MAR 2022
  • Carlo Carboni
  • Alberto Jannuzzelli
  • Paola Severino
  • Luciano Violante
  • Giorgio Vittadini

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Lo dice Paola Severino: formarsi una solida base e saper affrontare l’imprevisto. Imparare a governare è il tema del corso di quest’anno. Vittadini: o curiamo la democrazia o la storia torna indietro. Violante: senza vera formazione si hanno solo capi e capetti. Carboni: in UE una classe dirigente preparata ma vecchia e maschile

 

Lunedì 7 marzo è stata presentata la quarta edizione della Scuola di formazione politica nata da una iniziativa promossa dalla Fondazione per la Sussidiarietà, dalla Fondazione Leonardo e dalla storica “Società Umanitaria”, che vanta una grande tradizione democratica come si è potuto ascoltare dalla breve introduzione del Presidente Alberto Jannuzzelli.

Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, ha ricordato il percorso realizzato dalla Scuola nelle precedenti edizioni, toccando temi come “popolo e democrazia”, “reimparare la democrazia”, “società e pandemia”. Fatti concreti, di estrema attualità, legati a una riflessione ampia sulla democrazia, messa così fortemente in discussione in questi anni.
Il tema proposto dalla Scuola di formazione politica 2022 “Imparare a governare”, indica una strada: riconoscere, costruire e individuare una leadership è la risposta esatta per affrontare i problemi della democrazia.
Una leadership, inoltre, non si riduce solo a un governo, ma anche ad altri settori importanti, come una azienda, una banca, una università, una scuola dove si insegna e si educa.

“La democrazia è uno strano animale: chi ce l’ha è critico, chi non ce l’ha la vuole”, ha osservato Violante. La democrazia è proprio un percorso. Venti anni fa il 60 percento del mondo aveva la democrazia e il 40 non l’aveva, oggi il rapporto si è modificato con gli stessi numeri all’incontrario.
Un passaggio epocale può non essere solamente un declino, ma un ripensamento che rivitalizza la stessa democrazia, ha aggiunto l’ex presidente della Camera.
Una caratteristica della Scuola di formazione politica è unire due categorie: la tecnica e l’etica, i valori morali e quelli tecnici.v Se si guarda al mondo di oggi si comprende che governare è difficile e chi deve governare, assumendo la carica di leader, deve sapere che leader non si nasce, ma si diventa. Ecco la necessità di una formazione continua e appassionata.
Il problema da studiare a questo punto diventa come si esercita il potere in modo democratico, distinguendo subito un leader da un capo. Il leader ha una visione, una linea politica e la condivide, coinvolge gli altri, li mette al corrente di quello che vuole fare. Il capo, invece, decide e basta. Non condivide nulla con nessuno. Ed è qui, sostanzialmente con tutte le questioni annesse, che la democrazia si distingue dall’autoritarismo.
Il professor Carlo Carboni ha presentato uno studio, da poco pubblicato, sulle classi dirigenti europee. Emerge, da una parte, l’alto livello di preparazione, dall’altra, il fatto che si tratti ancora di una gerontocrazia maschile.
Non c’è dubbio che la classe dirigente attuale ha più difficoltà che in passato nel risolvere i problemi politici, sociali ed economici. Se si guarda all’Europa ci sono differenze che vanno notate tra Paese e Paese, se si guarda all’Unione europea nel suo insieme si può dire che ha risposto solo in due occasioni in questi ultimi tempi in modo unitario e compatto.

I problemi si affrontano anche nel mondo della burocrazia, della pubblica amministrazione e qui è stato illuminante l’intervento della professoressa Paola Severino.
Un leader è come un direttore d’orchestra che sa trarre la melodia da singoli strumenti. Ciò che affronta, però, non è un pezzo classico, ma di musica jazz. Deve cioè mettere insieme una solida base e una buona capacità di far fronte all’imprevisto.
La Severino ha parlato anche di come nella pubblica amministrazione stiano modificando il meccanismo di selezione perché le donne non siano più svantaggiate e poi della sfida che come Scuola Nazionale dell’Amministrazione stanno affrontando, quella di istituire poli territoriali di formazione in cui Comuni, Provincie e Regioni lavorino insieme.

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ilsussidiario.net | 3 MAR 2022
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