Scuola di formazione politica, una veterana si racconta

“Qui la mia passione è corrisposta:
da tre anni non perdo una lezione”

  • 15 MAR 2022

Condividi

Ludovica Buzzetti, studentessa milanese racconta la sua esperienza con la scuola di formazione politica di Fondazione per la Sussidiarietà, Società Umanitaria e Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine. L’edizione 2022 di “Conoscere per decidere” che quest’anno avrà come titolo “Imparare a governare. Per un’etica della leadership” sarà la sua terza partecipazione

«Hai visto il sito della Scuola di formazione politica e...»

«In realtà, ero interessata ancora prima di leggerne online delle informazioni. Me ne aveva parlato mio papà. Conoscendo Giorgio Vittadini mi ha convinto a sentire almeno l'inaugurazione dell’edizione del 2020. A prescindere dalla partecipazione eravamo allora, come siamo oggi, sia io che mio padre, affascinati dalla politica. Ne discutiamo spesso. Pur nella sua complessità consideriamo la politica come uno strumento fondamentale per capire cosa sta accadendo intorno a noi»

«Cosa ricordi di “Re-imparare la democrazia”, titolo dell’edizione 2020 della scuola “Conoscere per decidere”? Cosa ti è rimasto di quella prima esperienza?»

«Il corso cercava di far capire che il concetto di democrazia non deve mai essere dato per scontato. Ricordo che durante l’inaugurazione, l’intervento di Enrico Letta era basato proprio sul concetto di democrazia partecipativa. Molti ragazzi, forse solo per via dell’età, non si sono mai troppo posti queste questioni. La democrazia è sempre stata abbastanza scontata. Invece, in quel caso nulla veniva dato per assodato. Tanto che ricordo molto bene anche la lezione di Sabino Cassese, Giudice Emerito della Corte costituzionale dal titolo “Democrazia, democrazie”. Chiedeva in maniera provocatoria: “Ha ancora senso parlare di democrazia?”. La scuola era organizzata con una parte più laboratoriale in cui ci siamo confrontati liberamente. Da una parte politici, persone già formate e professionisti della comunicazione e dall’altra parte persone come me, allora avevo solo 19 anni, che in sostanza non avevano mai nemmeno espresso pubblicamente la propria idea. Avevo trovato molto stimolante questa possibilità tanto che ricordo di aver chiesto a molti dei miei compagni di corso di iscriversi insieme a me»

«Come li hai convinti? Come li hai spinti aiscriversi?»

«Ho cercato di far passare l’idea che il corso è davvero l’occasione per capire in profondità quello che accade intorno a noi ma non allo stesso modo di un corso tradizionale, teorico ma rendendo attivi e partecipi gli studenti. Credo l’unico modo per imaprare a decifrare la realtà politica. Sono una studentessa al secondo anno di giurisprudenza dell’Università Statale di Milano e credo davvero che il corso di formazione politica rappresenti qualcosa a completamento di alcune materie e in generale ottimizzare l’insegnamento universitario»

«Da quando hai scoperto la scuola non ha più perso un’edizione. Tra le persone che conosci ci sono molti ragazzi giovani come te interessati alla politica?»

«In mezzo, a dire il vero, c’è stata anche l’edizione “online” durante la pandemia da COVID-19. Io credo che quell’evento abbia un po’ risvegliato le persone della mia generazione a saperne di più. Sentire più voci prima di prendere qualsiasi decisione si è rivelato un obbligo. Forse, l’unico aspetto positivo di una situazione di chiusura come quella della pandemia è stato quello di rendere più curiosi i ragazzi e le ragazze della mia età. Nel mio caso poi, essere riuscita a convincere qualche collega o amico a seguirmi in quest'avventura mi ha spinto ancora di più a impegnarmi per far vedere che avevo intrapreso un percorso anche lungo. Qualcosa che non si sarebbe esaurito con la fine delle lezioni. Sabino Cassese, durante la sua lezione, poneva l’accento sul fatto che le istituzioni, come del resto le persone, hanno bisogno di tempo e di pazienza per sviluppare la fiducia. In effetti, per demolirla ci vuole molta meno!»

«Se nel caso della prima edizione eri mossa soprattutto da curiosità per questa nuova edizione dal titolo “Imparare a governare. Per un’etica della leadership” quali aspettative hai?»

«Curiosa, a dire il vero, lo sono ancora. Perché vorrei capire come la leadership, qualcosa che al momento sento piuttosto astratta, possa essere “messa a terra”, diventare efficace per me e per la mia vita. Io non ho mai pensato che la politica potesse essere “solo” un’opportunità professionale per me. Al terzo anno del corso della fondazione sussidiarietà, tuttavia, mi piace l’idea di avere tante carte in mano per decidere con più autonomia quello che è meglio per la mia carriera. La strada della politica non so se fa per me, in effetti ad oggi non so nemmeno se sarò un giudice o un avvocato, ma certamente l’idea di avere maggiore consapevolezza sulla politica mi piace molto. Credo mi abbia insegnato che la politica non è fatta per creare delle barriere. Al contrario, serve per far capire le logiche che ci sono dietro certi pensieri. Credo che apra la mente esattamente come il corso di diritto costituzionale che in fondo è impostato allo stesso modo solo che al posto dello studio del pensiero politico c’è quello della costituzione»

«E se poi invece scopri che può diventare una grande passione? Come la vedrai poi la politica?»

«La politica credo abbia una parte di vocazione e una di passione. Credo sia necessaria tanta motivazione visto che si prendono decisioni con l’idea di “usare” la politica per migliorare le persone. Le lezioni che ho seguito finora, soprattutto quelle che mi hanno toccato maggiormente, sono accomunate dall’idea di mettersi al servizio. Sentivo grande trasporto nelle parole quando avvertivo persone che volevano far passare questo loro impegno. L’impegno deve essere concreto, legato all’osservazione della realtà. Nessuna ricetta magica, ma molta osservazione di ciò che succede intorno a noi... e una certa dedizione. Direi persino... fatica! E la fatica che facevo io a prendere appunti durante le lezioni tra notizie, libri consigliati e notizie era una diretta conseguenza. Ma sono fatta così: ho cercato di non perdere niente».

Contenuti correlati

Scuola di formazione politica, quarta edizione (2022)

Imparare a governare.
Per un’etica della leadership

10 FEB 2022

Aperte le iscrizioni. Il ciclo di cinque lezioni è rivolto a chi esercita una responsabilità in ambito politico, imprenditoriale, amministrativo o accademico, ed è pensato in particolare per i giovani. Inaugurazione il 7 marzo con Carlo Carboni, Paola Severino, Luciano Violante, Giorgio Vittadini e Alberto Jannuzzelli

Clicca qui!