La Fondazione al Meeting 2022: gli incontri realizzati in collaborazione

Il south-working piace alle aziende e ai giovani

Hub di lavoro agile nel Mezzogiorno: sarebbero occasione per i giovani e strumento di crescita per tutto il Paese. La presentazione al Meeting di Rimini e gli echi di stampa

Lo smart working rappresenta una chance per il Mezzogiorno, soprattutto per i giovani. Basti pensare che quasi due terzi delle aziende è pronta a prendere in considerazione l’opportunità di aprire nel Sud Italia questa attività. Ci sono inoltre esperienze di “south working” realizzate “dal basso” che si dimostrano positive. 
Sulla materia, Randstad e Fondazione per la Sussidiarietà hanno realizzato una ricerca - “South working per lo sviluppo responsabile e sostenibile del Paese” - che ha suscitato grande interesse nella stampa e nel pubblico, al Meeting di Rimini per l’amicizia tra i popoli, dove è stata presentata il 22 agosto 2022.

La ricerca che è frutto anche della collaborazione con l’associazione South Working, la quale studia e promuove il lavoro agile svolto in luoghi distanti dall’azienda, in particolare nel Sud Italia e nelle aree marginalizzate.

NUOVI HUB CONTRO LO SPOPOLAMENTO

Le aziende italiane stanno guardando sempre con più interesse agli “hub di lavoro” al Sud, spazi di co-working o veri e propri uffici con team aziendali dislocati in aree lontane dalle grandi città del Centro-Nord..Interessate a questa prospettiva sono il 61% delle imprese; due su tre soprattutto per contribuire alla crescita; il 48% anche per accedere a figure professionali difficili da reperire; il 35% per ridurre i costi”.
Il fenomeno è tanto più rilevante in quanto potrebbe contrastare lo spopolamento del Sud. Il trend migratorio è negativo, e lo sarà negli anni a venire, secondo i dati Istat.

LA PRESENTAZIONE AL MEETING DI RIMINI 

Proprio da questi dati ha preso le mosse, nell’incontro di Rimini, l’intervento del prof. Mario Mezzanzanica. Il quale pe4r contro ha rivelato che con lo smart working “persone che avevano lasciato le loro case per andare a lavorare al Nord del Paese, sono tornate nei propri insediamenti. Lì hanno cercato e costruito spazi, ritrovando momenti relazionali importanti”.
È seguito l’intervento di Elena Militello, la quale ha sottolineato l’azione  dell’associazione South Working, di cui è presidente, mirata a “creare una rete tra tutte queste realtà che sono nate e dare voce ai rappresentanti di questa comunità ai diversi livelli istituzionali”.  

INFRASTRUTTURE DIGITALI E FORMAZIONE

Marco Ceresa, group Ceo di Randstad, si dice convinto che “occorre creare un’adeguata infrastruttura digitale, spazi adeguati e uno sforzo multilaterale tra aziende, agenzie per il lavoro, enti locali e università”.
 
Per Giorgio Vittadini è una strada da perseguire perché  “occasione straordinaria per favorire la crescita del paese e abbattere storiche diseguaglianza, attraverso un percorso sussidiario che parte dal basso”.
 
Gilberto Pichetto Fratin, viceministro dello Sviluppo economico auspica “un’attenzione forte sul capitale umano, sulle persone, sulla crescita, sulla formazione”.

ECHI DALLA STAMPA

Anche la stampa ha accolto con interesse e con favore il messaggio” che viene dalla ricerca Randstad.
Registra la rivista Forbes che “il south working, col passare dei mesi, sta diventando uno strumento importante per lo sviluppo del sistema Paese nel suo complesso: per tutti i ragazzi che ogni anno lasciano la propria terra per inseguire i propri sogni lavorativi, per reperire competenze scarsamente disponibili e per abbattere i costi per le aziende stesse”. Titolo: Come il south working può rilanciare l’Italia.
 
Il Sole 24 ore coglie la novità del “south working” che spicca nel panorama italiano: in Italia lo smart-working, dopo il biennio nero del Covid, non ha avuto la crescita degli altri Paesi europei.  Titolo: Smart working meno usato ma cerca spazi al Sud
Ampio resoconto anche su Italia Oggi (Le imprese per il South-Working), così come su ilSussidiario.net (Smart working, hub aumenterebbero occupazione al Sud), e millionnaire.it (South working per lo sviluppo del Meridione). 

La Stampa (Due aziende su tre pronte ad aprire poli per lo smart working al Sud) mette in evidenza che “secondo la ricerca di Randstad, le offerte di lavoro nel Mezzogiorno sono solo l'8% del totale, il 78% dei posti è concentrato al Nord e il 14% nel Centro”. Per contro Il 77% delle aziende ha adottato lo smart working e il 46% è disponibile a progetti di remote working da 2 a 5 giorni settimanali.
 
Vita è più sensibile ai risvolti sociali, com’è nella natura della testata: il capitale umano, l’inclusione, la formazione. Valorizza in questo senso l’intervento del viceministro Pichetto Fratin, che ne ha parlato in riferimento al Pnrr. E per ribadire che non basta investire nelle strutture materiali piazza un titolo affatto diverso dagli altri: Meno mattoni, più asili.

RIVEDI L'EVENTO "SOUTH WORKING PER LO SVILUPPO RESPONSABILE E SOSTENIBILE DEL PAESE"

Qui puoi rivedere l'evento integralmente

Puoi rileggere le diretta twitter dell'evento cercando #ricercarandstadfps sul profilo della fondazione per la Sussidiarietà 

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