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Scuola di formazione politica 2023 / Terza lezione

Ma che cosa è la politica oggi?
L’Europa nel mondo bipolare

  • 27 MAG 2023
  • Mario Mauro
  • Romano Prodi
  • Patrizia Toia

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Prodi: “Completare l’unità politica, specie quella estera e di difesa.  Non perdere la consapevolezza  che l’UE è  il più grande baluardo di democrazia”.  Patrizia Toia e Mario Mauro: il trattato di Maastricht è ancora valido?

TERZA E ULTIMA LEZIONE SCUOLA DI POLITICA 2023

Romano Prodi ha tenuto la terza e ultima lezione della Scuola di formazione politica “Conoscere per decidere” dedicata quest’anno a “L’Europa nel panorama internazionale”.  Sono poi intervenuti, nella sessione pomeridiana dei lavori, Patrizia Toia e Mario Mauro,  coordinati da Giovanni Mulazzani.

I  partecipanti iscritti al corso hanno dialogato – in presenza o collegati da uno degli “hub” sparsi in Italia - con i relatori e svolto lavori in gruppo.  “Dialogo e confronto che – ha detto Giorgio Vittadini - continuerà dopo la fine della Scuola grazie alle diverse iniziative dei promotori. Perché, come ha ricordato Luciano Violante nella lezione introduttiva, ‘bisogna riabituarsi a incontrarsi, a vedersi e parlare di cose profonde, quelle che riguardano la radice della vita, dello stare insieme. Più moltiplichiamo questi sforzi, più cominciamo a creare le basi di un sistema, quelle in cui il senso del valore della democrazia cresce, e cresce anche l’allarme che la democrazia ci sfugga di mano’”.

MATTINO

PRODI: CONTIAMO POCO, MA IL MONDO HA BISOGNO DI EUROPA.  L’ex capo del Governo italiano e presidente della Commissione europea, Romano Prodi,  è partito dalla considerazione del fatto che l’unica operazione di espansione della democrazia è quella europea, che è avvenuta gradualmente fino all’ingresso degli ultimi otto paesi, che non erano stati democratici. Dobbiamo essere orgogliosi di questo processo che, dalla messa in comune di carbone e acciaio, ha via via riguardato il commercioe gli scambi, fino alla moneta comune. L’euro era stato pensato come un passaggio fondamentale nella costruzione di un mondo multipolare.   

Scuola di formazione politica 2023 / Seconda lezione

Ma che cosa è la politica oggi?
La democrazia costituzionale

La lezione di Marta Cartabia sull’esercizio della sovranità popolare secondo i dettami della nostra Carta. La vicenda emblematica delle Fondazioni di origine bancaria analizzata da Guzzetti e Violini

BATTUTE D’ARRESTO NEL PROCESSO UNITARIO. Prodi ha poi fatto notare che il processo di unificazione ha subito, nell’ultimo ventennio, forti battute d’arresto: la bocciatura della Costituzione europea da parte della Francia; le tensioni tra Paesi “virtuosi” e gli altri a seguito della crisi finanziaria del 2008; la diffusione di partiti anti-europei;  il salvataggio della Grecia ritardato e malgestito causa gli interessi di politica interna della Germania a guida Merkel. Vero è che con il Next Generation EU la tensione anti-europea è calata, ma i problemi che ci portiamo dietro dal passato sono ancora tutti lì da affrontare.  Innanzitutto l’unità politica. Dopo la bocciatura della Costituzione, il potere non è passato alla Commissione, ma è rimasto al Consiglio, espressione dei singoli Paesi, dove il voto deve essere unanime. E quindi la gestione del potere è inefficace.  

VIDEO | Scuola di formazione politica 2019, 5° lezione

La grande sfida dell'Unione Europea

 

 IL MEDITERRANEO E L’AFRICA. Sono stati fatti dei passi avanti nella politica economica, ma non in quella estera e nella difesa e la mancanza di unità in questi ambiti sta facendo perdere terreno all’Europa nel mondo. Per quanto siamo ancora la maggiore forza produttiva nel mondo, la divisione politica fa sì che contiamo sempre meno. Basta vedere la perdita di potere nel Mediterraneo e in Africa. In Libia, a poche miglia dalle nostre coste, ora comandano i russi. La rete di rapporti nel Mediterraneo va ricostruita ma non possiamo pensare di farlo ricorrendo alle armi. 

FRANCIA DELLA GRANDEUR E GERMANIA DEL RIARMO. Oggi il mondo da unipolare è diventato bipolare con l’ingresso della Cina tra le superpotenze, mentre il resto, e l’Europa in particolare, conta sempre meno.  Per tornare a contare bisogna cominciare a fare politica estera comune. Se la Francia, unica con potere di veto all’ONU dopo l’uscita della Gran Bretagna, accettasse di dare quel posto all’Unione Europea si farebbe un salto avanti decisivo. Purtroppo i leader europei guidano guardando fissi nello specchietto retrovisore e i francesi, orgogliosi del fatto di non essere mai stati comandati da nessuno, non vogliono cedere sovranità all’Europa. Anche la corsa al riarmo, in particolare della Germania, desta preoccupazione e rompe un altro equilibrio dei due motori europei: economico tedesco e politico francese. La facilità con cui dei mercenari russi hanno rovesciato regimi africani filo-francesi dice di un’altra perdita di terreno europeo nel mondo. Ed anche a riguardo della guerra in Ucraina bisogna essere realisti: finirà per un accordo tra USA e Cina in cui l’Europa non avrà praticamente voce in capitolo. La Cina prima della pandemia cresceva di “una Russia” all’anno, questo per dire che la comanda. Noi europei abbiamo perso la consapevolezza che siamo noi a poter portare una novità nel mondo. Eppure il mondo ha bisogno di Europa, della nostra forza e capacità intellettiva e spirituale. Siamo stati i primi a mettere in agenda e a imporre a tutti i temi della sostenibilità. Per mostrare le nostre qualità dobbiamo essere uniti. L’Europa, non dimentichiamolo, è ancora il più grande difensore di democrazia nel mondo.

POMERIGGIO

TOIA: GLI STATI CEDANO SOVRANITÀ. L’Europa politica dovrebbe prendere la forma di una federazione. Intanto significative revisioni del Trattato sono state richieste dalla “base”, rappresentanti dei cittadini europei, che hanno partecipato alla Conferenza sul  futuro dell’Europa: abolizione dell’unanimità nelle decisioni del Consiglio, più poteri di iniziativa legislativa al Parlamento, ampliamento delle materie di competenza europea (ad esempio la sanità). All’Europa mancano ancora troppe competenze.

Per raggiungere un’autonomia europea strategica, occorre che gli Stati cedano sovranità. Solo così l’Europa sarà in grado di sostenere le sfide che la impegnano, a comnciare da quella ambientale ed energetica. Anche le politiche europee commerciali verso l’esterno dovrebbero essere più consapevoli e forti, politiche comuni, insomma, anche nel reperimento di materie prime e terre rare. 

MAURO: RIDISEGNARE I RAPPORTI DI FORZA TRA UE E NATO. La discussione che fonda e precede il trattato di Maastricht dopo l’89 verteva su un solo punto: che cosa succede se invece di una Germania europea sarà costruita un’Europa tedesca? L’uomo che interpreta in prima persona questa preoccupazione è Francois Mitterand che stringe la mano di Helmut Kohl professando il credo europeo o, in altri termini, la promessa che non si sarebbe mai più stata la guerra tra Francia e Germania. Viene accelerata l’integrazione europea. E si arriva alla dottrina dei tre pilastri: la comunità economica con in prospettiva quella monetaria, la politica estera di difesa e il pacchetto su affari interni e di giustizia.

Un tale impianto presupponeva un’architettura federale dell’Unione europea. Questa difficoltà, unita a quella relativa al controllo democratico della vita istituzionale europea e al problema delle relazioni estere sono alcuni punti interrogativi sul Trattato di Maastricht. Riassumerei in questo modo in problema: l’ultimo accordo di potere nel mondo è stato quello di Yalta, alla fine della Seconda guerra mondiale, quando è stato diviso in mondo in zone di influenza. Il mondo era fatto di 2 miliardi e mezzo di abitanti, l’Europa, russi compresi, era abitato da circa 700 milioni di persone. Oggi nel mondo ci sono 7 miliardi e 800 mila persone e gli europei sono rimasti circa 700 milioni di persone. Allora non c’era la Cina come grande potenza e non c’era l’India. Da quel momento gli equilibri anche in presenza di un progetto politico come quello europeo, le dinamiche nei rapporti di forza tra player internazionali, sono andati avanti prescindendo dall’Europa. È impossibile prescindere da un’esigenza di redistribuzione del potere nel mondo. Il progetto politico che chiamiamo Comunità europea è l’unico che ha messo insieme vincitori e vinti.  

COMPIERE IL PROCESSO DI INTEGRAZIONE FISSATO CON MAASTRICHT.  Rileggere Maastricht rimane centrale alla luce delle recenti decisioni in fatto di riarmo che in un anno renderà la Germania il terzo produttore mondiale di armi. Nelle ultime quattro settimane con il lavoro del Parlamento, della Commissione e del Consiglio europeo è stata varata con procedura straordinaria una legge denominata ASAP.  L’acronimo - che richiama l’”as soon as possible” - significa “Atto di supporto alla produzione di armi”. Con questo atto : i Paesi possono usare i fondi del loro recovery plan e addirittura soldi del fondo di coerzione per la produzione di proiettili di artiglieria pesante e di missili a corto raggio.  L’Unione europea ha fatto dei passi decisivi quando crisi profonde ne hanno determinato la necessità.  Questo è successo con la crisi finanziaria del 2008, a cui è seguita la nascita di strumenti di sostegno quale il MES; e nel 2020 con la pandemia da Covid, a cui ha fatto seguito un simulacro di debito comune; e, infine, adesso con la guerra in Ucraina, che spinge a una politica estera e di difesa comune. Maastricht è ancora l’appiglio a cui agganciare le opportunità future legate alle dinamiche globali. La UE non ha la possibilità di dissociarsi dalla relazione transatlantica, ma la vive in una logica subordinata perché riguarda ogni Stato membro che partecipa alla Nato. Per questo in Maastricht ci sono le carte buone per cambiare il rapporto di forza tra UE e NATO. Il compimento del processo di integrazione europea è l’unica via per  avere una presenza attiva

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