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Dal Rapporto "Sussidiarietà e... governo delle infrastrutture" / 5

Dal progetto alla manutenzione
molti i regolamenti da migliorare

  • 25 GEN 2024

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Luci e ombre del quadro giuridico e istituzionale entro cui agiscono le pubbliche amministrazioni. Semplificare le procedure non basta: è soprattutto da rivedere la normativa sull'organizzazione

Quinta puntata della serie di brevi presentazioni dei contenuti salienti
del Rapporto sulla Sussidiarietà 2023

 

La realizzazione di nuove infrastrutture e l’ammodernamento di quelle già esistenti  è una partita cruciale per il nostro futuro del Paese, in cui le amministrazioni pubbliche giocano un ruolo fondamentale in tutte le fasi, dalla progettazione alla realizzazione alla manutenzione e controllo. Gli ostacoli che a questo punto si incontrano – come asserisce Alfredo Marra nell'introduzione a questa seconda parte del Rapporto, "Il quadro giuridico e istituzionale" (pp. 83-114)  – non sono esclusivamente, e nemmeno principalmente  costituiti  dalle regole dei procedimenti amministrativi,  ma "da quelle sull’organizzazione. Ed è anzitutto in questa prospettiva che la sussidiarietà ci sembra possa offrire un contributo originale al governo delle infrastrutture, almeno nella misura in cui si accetti di concepire la sussidiarietà come criterio flessibile per la migliore allocazione delle funzioni".

In questa prospettiva, i contributi mettono a fuoco alcune delle principali questioni giuridico-istituzionali, cercando anche  di evidenziare in che modo la sussidiarietà può essere un metodo profittevole.

CHIAMATA IN SUSSIDIARIETÀ

Il primo contributo, capitolo 7 del Rapporto,  scritto dallo stesso Marra, è incentrato sull'istituto della chiamata in sussidiarietà come leva per  valorizzare gli strumenti di dialogo e di leale collaborazione tra lo Stato e le Regioni. Vengono analizzate le difficoltà di coordinamento fra gli enti e proposte esperienze positive di interventi migliorativi sull'organizzazione.

Infrastrutture. Pnrr, occasione
per una nuova governance

12 DIC 2023 | GIORGIO VITTADINI

 

IL NUOVO CODICE

Alessandro Squazzoni  (cap. 8) esamina la normativa in materia di programmazione, progettazionee localizzazione di infrastrutture strategiche del nuovo Codice dei contratti pubblici, fa emergere quali sono i principali strumenti di concertazione tra le amministrazioni e di ascolto delle istanze delle comunità interessate. dalla realizzazione di opere infrastrutturali. Esprime favore per la finanza di progetto e la collaborazione pubblico-privato.

L'ACCESSO

Monica Delsignore (cap. 9) si concentra, invece, sulla disciplina dell’accesso alle infrastrutture da parte delle imprese e degli utenti.  Se un ruolo centrale è qui svolto dalle autorità di regolazione di settore, anche attraverso il potere di definizione delle tariffe non meno importanti sono le funzioni assolte dai Ministeri di riferimento e dal gestore dell’infrastruttura che, pur avendo spesso natura di s.p.a., resta comunque in mano pubblica.

 

Infrastrutture: come rilanciare
un dialogo per il bene comune

 

 

LA GESTIONE

Il capitolo 10 è dedicato alla gestione delle infrastrutture specie di proprietà pubblica. Scilla Vernile evidenzia vantaggi e limiti delle due principali alternative in campo, ossia il ricorso al mercato, mediante procedura a evidenza pubblica, o l’in house providing". Giovanni Mulazzani si occupa, invece, del ruolo del tutto particolare della Cassa depositi e prestiti. Luca Belviso tratteggia i caratteri degli speciali poteri del governo (c.d. golden powers) in relazione a operazioni societarie e di investimento di capitali stranieri in settori strategici, connessi all’utilizzo di infrastrutture (ad esempio reti di comunicazione elettronica).

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