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Editoriale de ilSussidiario.net

Ciaula che scopre la luna:
"guida" per gli studenti del Sud

Nel Mezzogiorno i ragazzi ottengono un rendimento scolastico inferiore rispetto al Nord. Ciò non significa che siano condannati all'insuccesso. La più grande risorsa? La bellezza della loro terra

Una recente lettura sul tema della scuola mi ha dato spunti di riflessione interessanti. Si tratta del volume di Damiano Previtali, “La scuola Mediterranea: una diversa narrazione e una storia nuova”, presentato due giorni fa alla Camera dei Deputati. Di fronte all’attuale passione che in Italia si è diffusa per il modello scolastico finlandese, Previtali ha ricordato che la personalizzazione degli apprendimenti è stata introdotta da Maria Montessori, e il diritto all’inclusione, esempio unico in Europa, è stato stabilito dalla legge 517 del 1977 grazie all’impegno della senatrice Franca Falcucci.

Il lavoro di Previtali parte da una disamina della situazione della scuola nel Sud Italia, come viene rilevata dai dati Ocse-Pisa e Invalsi. Questi dati sono la conferma di qualcosa che conosciamo da sempre, e che cioè il contesto economico, sociale e culturale mediamente rende gli alunni del Sud in netto svantaggio rispetto a quelli del Nord. Le condizioni di disagio economico delle famiglie del Mezzogiorno, il contesto culturale e sociale, la mancanza di prospettive lavorative, lo scarso sviluppo economico del territorio influiscono sui risultati dei singoli studenti.

Quanto la condizione di partenza impatti sull’apprendimento, sia in senso positivo che negativo, è difficile da stabilire anche con le valutazioni statistiche più raffinate. Un miglioramento delle condizioni economiche potrà far diminuire le ineguaglianze, ma è importante non rinunciare a insegnare, a valutare, a cercare di migliorare il grado di apprendimento dei singoli studenti e delle classi perché sarebbe contrario allo spirito stesso della scuola che ha nella crescita delle persone e delle loro conoscenze e competenze il suo principale obiettivo.

Questa equilibrata e condivisibile posizione è in grado di suggerire strade interessanti per una rinascita della scuola al Sud.

Il nostro Mezzogiorno ha una storia e una ricchezza umana e culturale che ha pochi paragoni. Non è uniformandosi agli schemi del Settentrione che si risolverà il problema e neanche appiattendosi su dati numerici, su valutazioni che rischiano di essere empiriche e fini a se stesse.

Non si tratta neppure di prescindere da un ordinamento nazionale di contesto, ma occorre declinarlo secondo le specifiche esigenze del territorio meridionale. Il Sud non è marginalità, ma, come dice il titolo del libro, è “Mediterraneo”, un luogo ricco di storia, di arte, di bellezza, di energia, di creatività. Ha una storia che è stata capace di fondere popoli diversi, e ha capacità di dialogo con la sponda del mare opposta che ha grandi potenzialità. È questo tesoro che i ragazzi del Mezzogiorno devono essere aiutati a riscoprire, guardando il mondo intorno a loro, a farne esperienza. Si può in questo modo aprire la strada per una “felicità” scolastica che non ha nulla da invidiare al modello finlandese.

I professori possono aiutare gli studenti a riappropriarsi dei tesori nascosti nella loro terra generando persone che fanno della loro tradizione e cultura uno strumento per guardare il mondo contemporaneo che non chiede ripetizione deduttiva di nozioni, ma una sensibilità capace di generare continuamente del nuovo.

È una sfida affascinante che mette in gioco anche le competenze socio-emozionali ( e character skills), fondamentali per fare un salto anche nell’apprendimento.

Un grande siciliano, Luigi Pirandello, scrisse a inizio del Novecento una novella che profetizza quanto detto, nel suo sottolineare la propensione degli esseri umani alla bellezza. Ciàula scopre la Luna è la storia di un trentenne che lavora in una miniera in turni massacranti. Non contesta le sue condizioni, anzi. Quando gli viene chiesto di fare un turno di notte, a differenza dei suoi compagni, accetta, perché lui non ha paura della miniera, ma ha paura del buio della notte che troverà quando ne sarà uscito. Con il sacco pieno di zolfo si avvicina alla superficie e con suo grande stupore si accorge di essere circondato di luce. Sbalordito, si guarda in alto e scopre la bellezza della luna (“Sapeva che cos’era; ma come tante cose si sanno, a cui non si è data mai importanza”). Colpito da tanta bellezza, si commuove fino alle lacrime.

Questa è la strada da indicare ai ragazzi del Mezzogiorno: guardare più avanti di loro stessi, per scoprire la bellezza che li circonda e farne condivisione con tutti, anche con gli studenti del Nord, che saranno avvantaggiati rispetto a loro, ma a causa delle luci delle grandi metropoli del Settentrione, la luna quasi non la vedono più.

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