Così la pensa il 70% degli intervistati. Il Terzo settore ritenuto indispensabile per assicurare i servizi di welfare. Permane una diffusa diffidenza non solo verso i partiti, ma verso le organizzazioni anche non profit che rappresentano interessi di categorie di cittadini.
I risultati dell'indagine "Gli italiani e i corpi intermedi" svolta da Ipsos per la Fondazione Astrid e Fondazione per la Sussidiarietà sono stati presentati il 15 ottobre 2020 da Nando Pagnoncelli e Andrea Scavo di Ipsos in un incontro cui hanno partecipato Franco Bassanini (Fondazione Astrid), Giorgio Vittadini (Fondazione per la sussidiarietà), Lorenza Violini (Università degli Studi di Milano), Giuditta Alessandrini (Università degli Studi Roma 3) e Tiziano Treu (CNEL). L’indagine è parte della ricerca, su "Ruolo, problemi e compiti dei corpi intermedi nella società e nella democrazia italiana" che si sta avvalendo del contributo di un selezionato gruppo di istituzioni interessate alla ricerca.
L’indagine mira a rilevare se e come sta cambiando la partecipazione degli italiani alla vita pubblica del Paese; se la pandemia ha inciso in qualche modo; e in particolare quale ruolo giocano e possono giocare i corpi intermedi nella società italiana e nella democrazia.
L’Italia degli ultimi decenni ha conosciuto un notevole allentamento dei legami sociali. Innanzitutto i partiti hanno perso ruolo e credibilità, ma lo stesso fenomeno ha investito in varia misura sindacati e associazioni, anche come conseguenza di campagne denigratoria verso i corpi intermedi e verso tutte le forme di aggregazione strutturate per rappresentare bisogni e interessi dei cittadini.
Tuttavia, anche a motivo dell’emergenza pandemica, gli italiani hanno ricominciato a sentire il bisogno di vivere in una società organizzata e a non aspettarsi risposte solo dallo Stato o dal mercato. Ritengono che l’attuale sistema democratico italiano non funzioni e sono diffidenti verso quei corpi intermedi che essi associano a interessi non chiari. Nello stesso tempo, però, pensano che le realtà del Terzo settore siano indispensabili al buon funzionamento dei servizi di welfare.
L’indagine ha rilevato che il 70% degli italiani considera il ruolo dei corpi intermedi strategico per uscire dall'attuale situazione di emergenza e permette al Paese di ripartire.
Nel corso della presentazione Pagnoncelli e Scavo hanno spiegato come la visione degli italiani sui corpi intermedi presenti luci ed ombre "sia in termini di fiducia accordata sia rispetto alla percezione della loro importanza, di come questa è cambiata negli ultimi anni e di come è destinata a cambiare in futuro". Il quadro della fiducia vede infatti la maggior parte dei corpi intermedi non riscuotere particolare consenso tra gli italiani. Con l'eccezione di tre categorie - associazioni di volontariato (in cui il 72% degli intervistati dice di avere fiducia) seguite dalle associazioni di tutela dei consumatori (61%) e nelle fondazioni culturali (58%) - i corpi intermedi - come ad esempio sindacati, partiti, ordini professionali, camere di commercio, pubbliche amministrazioni e cooperative - hanno un gradimento inferiore al 50%.
Gli italiani riconoscono comunque ai corpi intermedi numerose funzioni importanti per la nostra società, tra le quali spiccano quelle di "collegamento tra le istituzioni e la cittadinanza nella rappresentanza di interessi altrimenti inascoltati” per “contribuire alla crescita e al benessere sociale dell’intero Paese” (41% delle risposte) e “supplire alle carenze delle politiche pubbliche e dei servizi pubblici” (34,2%).
4 APR 2023 |
Riccardo Bonacina, Marco Caldarelli, Guido Canavesi, Giorgio Capitanio, Angelo Stanghellini, Nazareno Tartufoli
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