Istituzioni > Amministrazione Pubblica
Presentato a Roma lo studio su nuovi e più efficaci indicatori

I servizi alla persona
alla prova della qualità 

  • GIU 2023

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La ricerca è stata condotta da Politecnico di Milano e Fondazione per la Sussidiarietà con il contributo di IFEL-Fondazione ANCI. Ha riguardato in particolare asili nido e assistenza domiciliare. Intervento del sottosegretario all’Economia, Lucia Albano

"INDICATORI DI QUALITÀ PER MISURARE LA PERFORMANCE DEGLI ENTI LOCALI"

È il titolo della ricerca condotta da Politecnico di Milano e Fondazione per la Sussidiarietà con il contributo di IFEL-Fondazione ANCI (Associazione nazionale dei Comuni italiani).

 La ricerca ha inteso verificare la fattibilità pratica di affiancare indicatori di qualità ai tradizionali indicatori di carattere economico/finanziario, che fino ad ora costituiscono il principale criterio  per la distribuzione dei finanziamenti statali. Lo studio si è focalizzato su due servizi pubblici di primaria importanza offerti dai comuni italiani, Asili Nido e Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD), cui sono destinate significative quote di risorse del Pnrr.

Questo lavoro,  condotto in stretta collaborazione con gli otto Comuni-campione scelti, può offrire  ai decisori un ulteriore strumento conoscitivo per meglio valutare la qualità dei servizi offerti e indirizzare fondi e contributi statali. (sia ordinari sia nel contesto del Pnrr.

L’8 giugno la ricerca è stata presentata a Roma a Palazzo Theodoli Bianchelli, Camera dei deputati, in collaborazione con Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà.

Relatori:
Pierciro Galeone, Direttore Fondazione IFEL
Giancarlo Vecchi, Professore di Policy Analysis, Politecnico di Milano e Jonathan Kamkhaji, Ricercatore presso il Politecnico di Milano.

Sono intervenuti il sottosegretario al Ministero dell’Economia, Lucia Albano e, nella successiva tavola rotonda:  
Alessandro Lombardi, Direzione Generale del Terzo settore, Ministero del Lavoro
Vanessa Pallucchi, Portavoce Forum Terzo Settore
Lorenza Benedetti, Direttore Servizi alla persona, Comune di Reggio Emilia
Alessandro Cattaneo, Deputato Forza Italia
Maurizio Lupi, Presidente di Noi con l’Italia

Moderatore Giorgio Vittadini, Presidente Fondazione per la Sussidiarietà

Traccia essenziale degli interventi

 VITTADINI - Si diffondono oggi ricerche in cui si valuta la qualità degli ospedali; ora vediamo se può succedere anche nel campo dei servizi sociali. Siamo in un momento storico in cui si parla di co progettazione e co programmazione superando l’idea delle gare al massimo ribasso negli appalti. Se l’ente publico fa una assegnazione di un servizio deve sapere a chi lo affida. Bisogna verificare con metodi che abbiamo analizzato in questo rapporto.

GALEONE - I servizi sociali per i sindaci sono il fattore più fragile e più importante. Mentre il sistema sanitario è impostato come un servizio universale, con standard che permettono comparazione, i servizi sociali no. Vi sono differenze impressionanti:  l’Emilia Romagna spende circa 100 euro pro capite, la Campania 40, la Calabria 20.

In questa ricerca abbiamo lavorato anche sui fabbisogni standard legati al processo perequativo nell’ambito del federalismo fiscale con risultati paradossali: comuni che davano servizi di qualità si mostravano inefficienti. Non avevamo dati chiari. Abbiamo provato a fare uno studio apposito perché non dovevamo limitarci all’aspetto finanziario.

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JONATHAN KAMKHAJI - Il problema di partenza è il trasferimento dallo Stato agli enti locali che normalmente avviene su misure economico-finanziario mentre manca una valutazione efficacia di questi interventi: cosa fanno gli enti locali di queste quantità per gli utenti. I fabbisogni standard che riguardano gli utenti degli asili nido possono essere rilevati sistematicamente. Gli indicatori per asilo nido li abbiamo divisi in diverse dimensioni di qualità: domanda potenziale; copertura della domanda potenziale; copertura domanda effettiva; flessibilità dell’offerta; responsività dell’offerta; dispersione; la qualità pedagogica, la continuità pedagogica; la formazione continua; economicità; costi a carico degli utenti; sostenibilità.

Gli indicatori per l’assistenza domiciliare: l’intensità degli interventi o numero dei servizi durante l’anno è stato diviso per il numero di personale assistenziale. Abbiamo misurato anche il tipo di forza lavoro in competizione con i servizi privati. Abbiamo calcolato il numero di ore trascorse presso il domicilio dell’assistito; misurato anche il tipo di forza lavoro che eroga il servizio; a Reggio Emilia ad esempio c’è una predisposizione alta a coprire la domanda.

VECCHI - Abbiamo vissuto anni difficili dopo la crisi finanziaria del 2008 con la riduzione delle risorse e il blocco delle assunzioni, ma emerge che c’è staa una tenuta rilevante. Questi comuni hanno investito in livelli di copertura della domanda ma anche in qualità. Al di là delle etichette le politiche fra efficienza e uso delle risorse e qualità c’è stato un servizio diversificato. Di fatto le amministrazioni comunali dimostrano di impegnarsi per il bene pubblico al di là delle ideologie di parte.

 

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TAVOLA ROTONDA

LOMBARDI - Dalla lettura dei dati della ricerca emergono consonanze con il processo di riforma introdotto dal codice del Terzo settore; gli istituti dell’amministrazione condivisa rappresentano lo strumento ordinario di esercizio dell’azione amministrativa. Nel momento in cui l’ente del Terzo settore compartecipa all’esercizio della funzione pubblica, esso stesso è coinvolto anche sul tema della misurazione dell’attività che ha posto in essere.  Questa indagine va nella prospettiva di una acquisizione della “cultura del dato”, gli stessi enti del Terzo settore devono essere capaci di raccogliere la sfida della raccolta di dati: la qualità del servizio viene misurata non solo in termini di convenienza economica ma anche in maggiori benefici per la collettività. È un percorso che viene avviato ma al dato normativo si deve accompagnare un processo di crescita culturale.

PALLUCCHI - La ricerca ci mette in un orizzonte di grande utilità. Emergono due potenzialità interessanti per noi del Terzo settore: 1) Con l’amministrazione condivisa si riesce a liberare tutte le risorse che un territorio ha, i soggetti riescono a intercettare la domanda e i bisogni e hanno capacità di trovare risposte innovative; 2) Si devono riconoscere i giusti costi dei servizi sociali: il Terzo settore deve riconoscere i costi reali perché ci sia qualità.

BENEDETTI - E’ una ricerca molto utile per noi comuni . Il comune di Reggio Emilia ha accettato volentieri di partecipare. Noi mettiamo al centro del nostro sistema di programmazione e controllo gli indicatori di qualità e di impatto. La ricerca ci può arricchire e dare spunti ulteriori rispetto a quanto già facciamo. Per noi gli asili e i servizi sociali sono nevralgici rispetto alle nostre linee programmatiche. La ricerca ha preso in esame un arco temporale molto importante, il 2020, che è stato l’anno della pandemia; occorre ora continuare nella ricerca, farla diventare sistematica, perché il periodo successivo alla pandemia sarà molto differente nell’ambito dell’assistenza sociale. Quella domiciliare ha subito delle variazioni rispetto al 2020. Dopo la pandemia il sistema assistenziale deve essere ri-programmato.

CATTANEO - Oggi è stato affermato un metodo di lavoro. Lavorare con indicatori si può fare. È la grande sfida per le buone prassi amministrative, non è di sinistra o di destra. Da un lato c’è qualche distanza come quella di carattere politico, sugli asili nido l’ottica della sussidiarietà ha scontato nel passato un pregiudizio ideologico: alcuni dicevano tutto dovrebbe essere pubblico, altri che dicevano no il protagonismo vero è quello privato. Io ho privatizzato un asilo ed è stata una battaglia durissima ma noi non avevamo soldi, un privato ci dava un servizio. Bisogna capire che non sono tematiche di parte, ma affidare un servizio quando un comune non ce la fa a un privato è un servizio ai cittadini.

LUPI - C’è un problema che ci portiamo dietro da anni: la sussidiarietà sembra sia contro il pubblico. Invece i comuni sono il primo soggetto della sussidiarietà verticale. Questa ricerca dimostra una collaborazione in atto. Se il soggetto di una comunità è la persona, l’impegno è il punto comune che appartiene al pubblico e alle associazioni private. Pubblico e privato collaborano in forma ibrida per erogare servizi di qualità. Attenzione: c’è pregiudizio anche nel dire che siccome il pubblico non arriva a fare tutto il terzo settore deve tappare i buchi. Il terzo settore è una risposta al bisogno non un tappabuchi.  Questa ricerca ci aiuta a andare oltre questi pregiudizi.

VITTADINI - È un work in progress: l’idea di una riforma dal basso, fatta insieme a tutti, pubblico e privato, e non contro qualcuno. Spero che andremo avanti insieme.

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