FORMAZIONE | “Conversazioni” – X edizione (2022)

Non profit e società benefit / 3
Benefit... corporation?

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Imprese e Terzo settore sono entrambi protagonisti di sviluppo sostenibile. Il sistema creditizio deve imparare a scommettere su questi soggetti. Non solo fotografando l’esistente, ma immaginando il loro futuro

TERZA SESSIONE

· Ali Reza Arabnia, Chairman & CEO Gecofin, Presidente onorario Geico Spa, Cavaliere del Lavoro
· Marco Morganti, Intesa Sanpaolo Spa
· Giacomo Ciambotti, Ricercatore e docente di Business Strategy, Università Cattolica del Sacro Cuore

MARCO MORGANTI – Dal 2003 in Banca Intesa, Morganti ha sviluppato i primi progetti sociali di accesso al credito, prestiti agli studenti universitari, startup agli asili nido, interventi sull’usura, microcredito agli immigrati e ai cassintegrati, per poi dedicarsi al non profit. “Sentivo che compito della banca non era fare donazioni, ma doveva fare quello che è il suo core: prestare soldi. La banca deve dare credito. E deve valutare il merito di credito. Come a scuola: se prendi 6 passi. Ma questo sistema non tiene. E i modelli di valutazione della banca sono fallibili”.
Morganti ha poi spiegato che opinione diffusa nelle banche è che il Terzo settore non ha meriti di credito: brave persone, si pensa, ma poco patrimonializzate, poco preparate, realtà piccole, ecc. “Quando mi sono occupato di credito a Terzo settore, mi dicevano che avrei imbarcato una grossa quantità di credito inesigibile: falso, perché il migliore segmento di mercato in quanto a restituzione del credito è proprio il Terzo settore”.

ALI REZA ARABNIA ha spiegato che quando una banca fotografa una situazione senza vedere la storia e senza immaginare una prospettiva, e quindi si limita al rating, la sua azione diventa pericolosa, non solo per l’azienda, ma anche a livello sociale e per la banca stessa. Ha raccontato la sua esperienza di imprenditore, quando solo grazie a un dirigente bancario intelligente e coraggioso ottenne il prestito necessario per rilanciare l’azienda che aveva acquistato. Tutti con il metodo fotografia gli dicevano di no. Con quel prestito l’azienda nel giro di 3 anni e mezzo è passata da una valutazione di 7 miliardi a 112 miliardi (di lire).
Ma non è solo il credito che dà ossigeno all’azienda. È altrettanto, se non più importante, impostare le relazioni sulla base della fiducia, “che è un motore incredibile per creare e innovare”. “Noi industriali – ha detto ancora Ali Reza Arabnia - dobbiamo capire che abbiamo un effetto sulla vita delle persone che lavorano con noi. Se creiamo un ambiente lavorativo stimolante, se facciamo formazione, se li incoraggiamo, li facciamo sentire loro stessi imprenditori, e questi vanno a casa con più positività, si dà un contributo anche alla loro famiglia e alla società”.

GIACOMO CIAMBOTTI ha svolto l’intervento conclusivo, ripercorrendo in una logica fortemente unitaria e coerente, il percorso dei lavori della due giorni, dai grandi problemi connessi alla globalizzazione, alle sfide poste dall’esigenza di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, dalla responsabilità delle aziende rispetto ai nuovi processi, alla necessità di dare fiducia scommettendo sulle iniziative imprenditoriali proiettate al futuro e dando credito al Terzo settore, componenti essenziale di uno sviluppo sostenibile.

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