Da che mondo è mondo, l'uomo è vulnerabile, ed è cosciente di esserlo. Per questo è "normale" che in date circostanze provi paura. Ma nell'epoca attuale sembra che la paura sia, per così dire, sfuggita di mano, esondata, essere diventata come mai così pervasiva al punto che "possiamo indicarla come una sorta di erosione interna al soggetto/persona, prodotta da un suo cedimento strutturale... un io impaurito oltre misura, slegato dalle relazioni, sospettoso e in fondo ostile a se stesso e quindi sulla difensiva rispetto agli altri" (Enzo Manes, La bolla della paura, "anteprima" di questo numero 13 di Nuova Atlantide, p. 10).
UNA NUOVA NORMALITÀ
La prima sezione della rivista, "Scenari", esamina la forma specifica della paura nella nostra epoca. Il saggio di Cornaggia e Peroniparte dalla considerazione che "certamente oggi siamo dinanzi a un dilagare di fenomeni psichici, in forma di ansia, attacchi di panico, espressioni depressive, suicidi o tentati suicidi, anomalie della condotta, dipendenze, esperienze di disadattamento o di abbandoni scolastici, e così via... nell’osservare questi fenomeni, peraltro molto variegati, non vi è un discostamento da una considerabile “norma”, anzi i fenomeni che oggi osserviamo sembrano divenire essi stessi la norma”. Il nodo centrale: la crisi dell'io.
La paura è spesso sovrapponibile, almeno in parte, alla paranoia: "Mentre i trattati di psichiatria dicono che i disturbi mentali collettivi appartengono a secoli lontani e non alla modernità, in realtà invece la nostra è un’epoca in cui è particolarmente agevole una versione persecutoria di quella che Jung ha chiamato ‘infezione psichica collettiva’. È infatti facilitata dai mezzi di comunicazione e dalla semplicità con cui, a differenza di altri disturbi mentali, il messaggio paranoico può esser diffuso dai leader, come contagio mentale dall’alto in basso”. È un passaggio dell'intervista a Luigi Zoja, realizzata da Paolo Vites.
Giovanniniesamina un'altra nuova dimensione della paura, che definisce "eco-ansia" e che risulta essere molto diffusa tra i giovani: un'ulteriore provocazione che gli Stati dovrebbero raccogliere impostando efficaci politiche rispetto al cambiamento climatico.
Altro grande campo cruciale quando si parla di paure e di ansia è certamente il digitale: un uso non consapevole e critico di questa tecnologia sta diffondendo molto malessere psichico. L'iniziativa del "Liceo digitale" di Roma è nata per rispondere positivamente a questa sfida. Ne parla Danila Aprea.
L'IO SOLITARIO E L'IO RELAZIONALE
Nella paura c'è anche, a volte, un'opportunità. Per Robert Peckam, intervistato da Martina Saltamacchia, la paura sconvolge lo status quo e scuote le certezze e riesce così, in alcuni casi, ad aprire nuove possibilità. Torna sul tema iniziale della crisi dell'io la rilettura che Carlo Dignola fa di Alasdair MacIntyre, il quale propone il rilancio di un io relazionale, che si apre all'incontro con il prossimo ed evita la trappola dell'essere solo, isolato e impaurito.
La seconda parte della rivista, "Lo stato delle cose", indaga sulla situazione esistenziale dei giovani (Nicholas Dirks), sulle cause sociali di un quotidiano, in Europa e nell'Occidente, sempre più inquietante (Abbruzzese); Gianluigi Da Rold, rileggendo La folla solitaria di David Riesman, constata che un io in crisi, impaurito e solitario, è sempre più eterodiretto dal potere, e affaccia il suggerimento della cultura sussidiaria come ipotesi di risposta.
L'indagine sulla paura prosegue approfondendo soprattutto la condizione giovanile, caratterizzata oggi da una preoccupante incertezza (Fadigati), così come preoccupante è la diffusione della "polidipendenza" trasversale alle classi sociali (Farneti).
FILM, MUSICA, FUMETTI
I "focus" della parte finale sono sui "grandi" imprenditori e gli aiuti di Stato, nel caso Stellantis (Coltorti), sul cinema (Antonio Autieri), la musica rock (Vites), il fumetto (Dell'Otto). E sul carcere, anzi sul condannato nel braccio della morte (testimonianza del cappellanoDustin Feddon).
Il caos del mondo beneficia della presenza assai invasiva della paura. Generata dalla crisi della coscienza dell’io. L’individualismo imperante ha prodotto il recidersi delle reti sociali
Di cosa parliamo quando parliamo di paura? Indagine conoscitiva di come questo sentimento primordiale ha tracimato mettendo in difficoltà, prima di tutto, l’individuo e le comunità
I disagi di questo tempo incarnano un impossibile da definire. Laddove in questo presente il tempo rimane un istante privo di un prima che ne permetta la storia
L’utilizzo non consapevole dell’offerta tecnologica digitale sta contribuendo in misura significativa allo sviluppo di malessere psicologico, isolamento sociale e dipendenza patologica
Conversazione con Robert Peckham a cura di Martina Saltamacchia
“La paura ha la capacità unica di sconvolgere lo status quo, di mettere in discussione le certezze che diamo per scontate e, in alcuni casi, riesce ad aprire nuove possibilità
Il filosofo scozzese rilancia la sfida dell’individuo relazionale rifuggendo la tentazione dell’essere solo, impaurito e spaurito. Attraverso la pratica di avere qualcosa di “prossimo”.
Oggi è raro incontrare chi usi una sola sostanza, ci troviamo davanti a soggetti polidipendenti. Che sulla piazza trovano senza fatica i prodotti da provare per fare un’esperienza che piace, trasversale alle classi sociali
Gli anni della pandemia da Covid-19 hanno segnato – anche se non solo – soprattutto i giovani. In loro è lievitata la percezione di vivere dentro la bolla di una paura diffusa, con l’amara scoperta di dover sopportare una preoccupante incertezza
Quando i bambini hanno paura di quello che può accadere, cercano protezione nell’abbraccio sicuro dei propri genitori. I “grossi” imprenditori si comportano allo stesso modo
La paura nella musica rock: un racconto spigoloso, ad alta tensione umana. Per forza di cose viscerale. Trasversale alle generazioni. Paura incalzante nei testi. E nella percezione
Conversazione con Gabriele Dell’Otto a cura di Carlo Dignola
Oggi nel mondo dei fumetti prevale una vena fortemente dark che punta quasi esclusivamente a enfatizzare il male. Il bene, il positivo, il bello sembrano proprio non funzionare più