Educazione > Università e Ricerca
ARTICOLO | Tema di "Atlantide" n. 24 (2011)

La strada all’eccellenza nella ricerca

  • NOV 2011
  • Philip G. Altbach
  • Jamil Salmi
La Rivista

Condividi

Introduzione al volume “The Road to Academic Excellence”, pubblicato dalla World Bank. Lo studio commenta le graduatorie internazionali delle università, in particolare quelle nate in Paesi a medio reddito e in rapido sviluppo (nostra traduzione)

Per i Paesi a medio reddito e per quelli in via di sviluppo – oltre che per alcune nazioni industrializzate – una delle difficoltà principali nella fondazione e gestione di atenei di ricerca consiste nel delineare i meccanismi che permettano a quelle università di interagire efficacemente nella rete globale della conoscenza, operando su un piano di parità con le principali istituzioni accademiche del mondo. Gli atenei di ricerca offrono una formazione avanzata ai futuri accademici, politici e professionisti del settore pubblico e privato che lavoreranno nelle economie complesse e globalizzate del XXI secolo. Accanto al loro contributo allo sviluppo economico, queste università svolgono un ruolo primario nella società come istituzioni culturali, centri per la critica sociale, poli del dibattito intellettuale. Il contributo positivo dell’istruzione terziaria appare con sempre più evidenza non solo nei Paesi avanzati e in quelli a medio reddito, ma anche nelle economie a basso reddito. L’istruzione terziaria può aiutare queste nazioni a diventare più competitive sullo scenario globale, sviluppando una forza lavoro competente, produttiva e flessibile, e creando, applicando e diffondendo nuove idee e tecnologie. La disponibilità di professionisti e tecnici qualificati, così come l’applicazione di competenze specializzate, è cruciale affinché i Paesi in via di sviluppo possano conseguire gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e creare istituzioni in grado di combattere la povertà. I progressi nell’agricoltura, nella sanità e nella tutela dell’ambiente, per esempio, richiedono specialisti altamente qualificati nei rispettivi settori. Analogamente, l’obiettivo dell’Istruzione per tutti non può essere raggiunto senza insegnanti qualificati, che abbiano ricevuto una formazione a livello dell’istruzione terziaria. Uno studio recente, nell’enunciare i requisiti per accelerare la crescita economica nell’Africa subsahariana, sottolinea il ruolo centrale dell’istruzione terziaria (World Bank 2008), evidenziando che il segreto del successo in un mondo globalizzato risiede sempre più nell’efficacia con cui un Paese è in grado di assimilare la conoscenza disponibile e di assicurarsi il vantaggio comparativo nelle aree con maggiori prospettive di crescita, ed è in grado di sfruttare la tecnologia per rispondere alle sfide più pressanti poste dall’ambiente. I centri di eccellenza nell’Africa subsahariana, in grado di fornire istruzione di qualità e condurre rilevanti attività di ricerca applicata, possono formare professionisti con le competenze giuste per sfruttare appieno le nuove tecnologie e prendere decisioni efficaci per diversificare il settore con una gamma più ampia di prodotti. La qualità e l’efficacia dell’istruzione terziaria sono cruciali anche per stimolare l’innovazione e la varietà nelle colture agricole e nei nuovi materiali, e per sviluppare fonti di energia che possano favorire la riduzione della povertà, la sicurezza dell’alimentazione e il miglioramento delle condizioni sanitarie. All’interno del sistema dell’istruzione terziaria, gli atenei di ricerca svolgono un ruolo di primo piano nella formazione dei professionisti, degli specialisti di alto livello, degli scienziati e dei ricercatori di cui l’economia ha bisogno, e nella generazione di nuova conoscenza a sostegno del sistema nazionale dell’innovazione (World Bank 2002). Un recente studio internazionale sulla registrazione di brevetti ha evidenziato per esempio che sono gli atenei e gli istituti di ricerca, più che le aziende, a porsi all’avanguardia del progresso nel campo delle biotecnologie (Cookson 2007). In questo contesto, una priorità sempre più urgente per molti governi è assicurare che le università più prestigiose operino realmente in prima linea nello sviluppo intellettuale e scientifico. Gli atenei di ricerca sono considerati tra le istituzioni centrali nelle economie della conoscenza del XXI secolo. Questo tema è stato affrontato in due libri recenti: World Class Worldwide: Transforming Research Universities in Asia and Latin America (Altbach e Balan 2007) e The Challenge of Establishing World-Class Universities (Salmi 2009). Il presente volume conduce l’analisi al livello successivo, ripercorrendo la storia recente di undici università in nove Paesi che si sono impegnate per realizzare istituzioni di ricerca efficienti in circostanze difficili e imparando da queste esperienze. I pochi studiosi che hanno tentato di spiegare cosa distingue le istituzioni di ricerca d’élite, hanno identificato un certo numero di tratti distintivi: docenti altamente qualificati, eccellenza nei risultati di ricerca, qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento, cospicui finanziamenti da fonti governative e non, studenti di provenienza internazionale e di grande talento, libertà accademica, organismi di governance autonomi e definiti, e infine strutture ben attrezzate per l’insegnamento, la ricerca, l’amministrazione e spesso anche la vita studentesca (Niland 2000, 2007; Altbach 2004; Khoon et al. 2005).Rimarcando l’importanza del ruolo degli atenei di ricerca nelle regioni in rapida crescita dell’Asia e dell’America Latina, Altbach e Balan (2007) hanno esaminato lo sviluppo di queste istituzioni in sette Paesi, focalizzando l’analisi sugli elementi necessari per costruire un’università di ricerca in condizioni difficili; hanno illustrato i percorsi che conducono all’eccellenza nella ricerca; hanno indicato i diversi ostacoli e opportunità legate allo sviluppo degli atenei nei contesti asiatici e latinoamericani. Prefiggendosi di proporre una definizione più utile di centri di alta ricerca, e di individuare i tratti caratteristici delle università di maggior successo, Salmi (2009) ha sostenuto che i risultati superiori conseguiti da queste istituzioni – laureati molto ricercati dal mondo del lavoro, ricerca all’avanguardia e un trasferimento dinamico di conoscenza e tecnologia – possano essere attribuiti in ultima analisi a tre insiemi complementari di fattori, che entrano in gioco nelle migliori università di ricerca: (a) un’elevata concentrazione di talenti (docenti e studenti); (b) risorse abbondanti per offrire un ricco ambiente di apprendimento e per condurre ricerca a livelli avanzati; e (c) modalità di governance positive che incoraggiano la leadership, la visione strategica, l’innovazione e la flessibilità, e che consentono alle istituzioni di prendere decisioni e gestire le risorse senza essere vincolate dalla burocrazia. È l’interazione dinamica fra questi tre gruppi di caratteristiche a rappresentare il tratto distintivo delle università di ricerca di alto livello, come illustra la figura1.

Figura 1. Università di ricerca ad alto livello, caratteristiche

Salmi (2009) ha inoltre identificato tre approcci principali che i governi potrebbero adottare per fondare istituzioni di questo tipo. Il primo consiste nel potenziare uniLa qualità e l’efficacia dell’istruzione terziaria sono cruciali per stimolare l’innovazione e per sviluppare fonti di energia che possano favorire la riduzione della povertà, la sicurezza dell’alimentazione e il miglioramento delle condizioni sanitarie. 114 versità già esistenti che hanno il potenziale di eccellere (scelta dei vincitori). Il secondo richiede di incoraggiare istituzioni esistenti a fondersi e dar vita a una nuova università, in grado di produrre le sinergie tipiche di un’istituzione di eccellenza mondiale (formula ibrida). Infine, i governi possono decidere di creare nuove università di livello internazionale partendo da zero (approccio da zero). I capitoli principali di questo volume sono nove casi di studio che illustrano i requisiti necessari per fondare e sostenere le università di ricerca e confermano la validità del modello analitico appena descritto, comprese le strade che conducono all’eccellenza nella ricerca. I curatori hanno selezionato questi casi di studio sulla base di vari criteri. In primo luogo abbiamo tentato di ottenere un buon equilibrio regionale, includendo esempi tratti da almeno cinque regioni in quattro continenti: America Latina (Cile e Messico); Asia meridionale (India); Est e Sudest asiatico (Cina; Regione amministrativa speciale di Hong Kong, Cina; Repubblica di Corea; Malesia; Singapore); Europa orientale (Federazione Russa) e Africa (Nigeria). In secondo luogo, abbiamo incluso istituzioni pubbliche e private. In terzo luogo, volevamo che i casi di studio rappresentassero una miscela di strategie, tra cui il potenziamento di università esistenti e istituzioni fondate ex novo negli ultimi vent’anni. In quarto luogo, abbiamo selezionato istituzioni con una varietà di configurazioni accademiche: alcune di esse operano con una focalizzazione primaria sulla scienza e la tecnologia, altre sono più ad ampio raggio, e una di esse è incentrata sulle scienze sociali. Infine, abbiamo scelto tre casi di studio con un’enfasi particolare: il capitolo 8 sul Cile mette a confronto le due principali università del Paese, una pubblica e una privata; il capitolo 5, sulla Malaya University di Kuala Lumpur (Malesia) e l’Università Nazionale di Singapore, illustra l’evoluzione di due istituzioni nate inizialmente come campus separati della stessa università e che in seguito hanno vissuto esperienze molto diverse; il capitolo 7 si occupa della Nigeria, dove l’Università di Ibadan rappresenta l’esempio di un sistema universitario, che ha subìto un marcato declino ma oggi è avviato sulla strada del ritorno all’eccellenza. Le istituzioni scelte per i casi di studio rappresentano inoltre un’ampia gamma di risultati per quanto concerne l’output di ricerca e la posizione nelle graduatorie globali degli atenei, come illustrano le tabelle 1 e 2. Malgrado i limiti metodologici, le classifiche illustrano i risultati relativi ottenuti dalle varie istituzioni che sono oggetto di questo libro, e mostrano che solo sette su undici si sono già piazzate in una delle principali graduatorie internazionali. Varie lezioni emergono dall’analisi di questi studi di caso. Tra i temi che appaiono importanti ci sono la leadership, le linee politiche e i finanziamenti erogati dal governo, la capacità di focalizzarsi in modo continuativo su una serie di obiettivi chiari e di politiche istituzionali, lo sviluppo di una forte cultura accademica e la qualità del personale docente. Questi esempi mostrano che è possibile fondare istituzioni di successo anche in luoghi a volte poco propizi e di fronte a ostacoli non indifferenti. Alcuni dei casi illustrano anche che, a causa di circostanze sfavorevoli o di altri problemi nel più ampio contesto politico e socioeconomico, l’esito ultimo è un fallimento almeno parziale. Metodologia impiegata dalle due principali graduatorie internazionali L’Academic Ranking of World Universities (ARWU; http://www.arwu.org/ARWU2010.jsp), compilata dalla Shanghai Jiao Tong University, analizza 3000 atenei e ne classifica i primi 500. Ogni istituzione riceve un punteggio complessivo ed è classificata in relazione alle altre. L’ARWU impiega i seguenti indicatori: - qualità dell’istruzione: gli ex studenti di un’istituzione che vincono Premi Nobel e medaglie Fields (10 per cento) - qualità dei docenti: (a) dipendenti di un’istituzione che vincono Premi Nobel e medaglie Fields (20 per cento) e (b) ricercatori molto citati in 21 vaste aree disciplinari (20 per cento) - output di ricerca: (a) articoli pubblicati su Nature e Science (20 per cento); e (b) articoli indicizzati dal Science Citation Index-expanded e dal Social Science Citation Index (20 per cento) - prestazioni pro capite: performance accademica pro capite di un’istituzione (10 per cento) (definita come: i punteggi ponderati degli altri cinque indicatori, divisi per il numero di membri a tempo pieno dello staff accademico) Academic Ranking of World Universities, http://www.arwu.org/ARWU2010.jsp. L’Higher Education Evaluation and Accreditation Council of Taiwan (HEEACT) classifica 500 università. Il punteggio complessivo è calcolato per ciascuna università per ognuno degli otto indicatori; per ciascun parametro, l’università con il numero più alto riceve il punteggio massimo; i numeri delle altre università sono suddivisi e convertiti in decimali nei rispettivi punteggi (HEEACT 2010). La classifica è basata sui seguenti indicatori: - produttività di ricerca: numero di articoli negli ultimi 11 anni (1998-2008) (10 per cento); numero di articoli nell’anno in corso (10 per cento) - impatto della ricerca: numero di citazioni negli ultimi 11 anni (10 per cento) - numero di citazioni negli ultimi due anni (10 per cento) - numero medio di citazioni negli ultimi 11 anni (10 per cento) - eccellenza della ricerca: Indice H negli ultimi 2 anni (20 per cento) - numero di articoli molto citati (15 per cento) - numero di articoli nell’anno in corso su riviste molto citate (15 per cento). 1 Philip G. Altbach e Jamil Salmi, The Road to Academic Excellence. The Making of World-Class Research Universities, The World Bank, Washington 2011. http://go.worldebank.org/815M637PKD

Contenuti correlati

ARTICOLO | Tema di "Atlantide" n. 28 (2013)

Università e ricerca: linee programmatiche

MAR 2013 | Stefano Fantoni

“Università e Ricerca” è un tema di grande rilievo per la crescita e lo sviluppo del Paese, perché di grande rilievo sono l’alta formazione dei nostri giovani e l’attività di ricerca che si riesce a produrre.


RICERCA | Rapporto sulla Sussidiarietà 2006/2007

Sussidiarietà e... educazione

2007 | A CURA DI FONDAZIONE PER LA SUSSIDIARIETA'

Una forte percentuale di italiani è ancora a favore di un sistema di istruzione "statalista" e "centralista". Ma una netta maggioranza vuole un cambiamento, verso un modello più libero e flessibile.


Tema Atlantide 5 . 2006 . 1

Libertà di educazione: un diritto fondamentale

MAR 2006 | Luca Antonini e altri 1

Lo scorso 17 gennaio, Mary Ann Glendon è stata relatrice al convegno Virtù e Torti del diritto nelle società post moderne, organizzato dall’Università di Padova e Treviso, assieme alla Fondazione Novae Terrae e alla Fondazione per la Sussidiarietà. Mary Ann Glendon è uno dei più illustri accademici degli Stati Uniti, insegna Constitutional Law ad Harvard, ed è Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.


ARTICOLO | Tema di "Atlantide" n. 5 (2006)

Investire in educazione

MAR 2006 | Giorgio Vittadini

L’investimento in capitale umano porta a un incremento della produttività. Sotto questo profilo l’articolo analizza i dati del Rapporto annuale (2005) dell’Ocse sulle caratteristiche dei sistemi educativi dei paesi membri.

Clicca qui!