Trimestrale di cultura civile

Professoressa in prima linea: ecco chi sono i giovani che incontro

  • AGO 2023
  • Rossella Carone

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Chi sono i giovani che mi trovo davanti tutti i giorni? Questi giovani del 2023? Racconto di un’esperienza frutto di una scelta non facile. Una sfida provocante. Accesa da studenti che l’hanno sfidata apertamente. In modo diretto, franco, sincero. E così una storia che poteva essere sbagliata ha preso una piega diversa. Senza reticenze, ogni giorno difficile ma anche bella. Una vera lotta… di classe!

Decidere di insegnare nella scuola pubblica americana non è stata una scelta facile. Per quello che si sente negli Stati Uniti, temevo i ragazzi che avrei trovato davanti a me in classe. Ma poi, grazie all’incoraggiamento dei miei amici, mi sono trovata in una grande avventura che mi ha fatto scoprire chi sono davvero i giovani del 2023.

Ho incontrato ragazzi che mi hanno sfidato verbalmente, come un ragazzo che volevo spostare di banco perché si distraeva con i suoi amici, e mi ha detto con viso duro: “Io non mi siedo dove dice lei” e una ragazza a cui avevo chiesto di parlare per discutere i comportamenti che aveva in classe, che senza neppure guardarmi mi ha detto: “Lei non sa nulla della mia vita, perché non si limita a dare i voti e basta?”. Davanti a queste reazioni, all’inizio mi sentivo fragile e incapace di svolgere bene il mio lavoro.

Entrare in rapporto: si può fare

La grande tentazione di chi si trova di fronte a ragazzi diversi da come li si era immaginati è scoraggiarsi e lamentarsi. ALcune delle frasi più ricorrenti sono: “quando eravamo giovani noi, non eravamo così”; “prima del Covid i ragazzi erano diversi”. E anche io spesso son finita a lamentarmi, ma intanto sentivo che i miei studenti erano molto più di quello che mi stavano mostrando. Desideravo un rapporto, un dialogo con loro, e non mi rassegnavo a non averlo.

Nel tempo ho scoperto che molti degli studenti con comportamenti difficili venivano da situazioni familiari complesse. Così ho ricominciato a provarci continuamente con loro, finché mi hanno mostrato chi erano veramente. Ho notato che lo studente che non voleva spostarsi di banco, passava ogni giorno un po’ di tempo in un’aula di supporto allo studio. Venuta a conoscenza delle sue situazioni personali, avevo intuito le sue ferite e le ragioni del suo comportamento. Così ho cominciato a fargli visita dieci minuti ogni giorno nell’aula di aiuto allo studio. All’inizio non capiva perché fossi lì, e quando l’insegnante di sostegno gli ha detto “È qui per te!”, era quasi incredulo. Lo andavo a trovare e, piano piano, in classe lui cambiava con me. È diventato uno dei miei studenti preferiti, e con cui mi è più facile entrare in rapporto.

Anche con la ragazza che non voleva parlare è successo qualcosa di straordinario. Ho scoperto da una sua insegnante che era appassionata di cosmetici, e così un giorno mi sono avvicinata a fine lezione chiedendole se avesse mai provato a produrre i suoi cosmetici da sola, e così le ho proposto di lavorare insieme a un progetto per crearne qualcuno. Quando è arrivato il libro di ricette per cosmetici che avevo comprato per lei e le ho detto di scriverci sopra il suo nome, il nostro rapporto è completamente cambiato. Anche se ha continuato ad avere delle difficoltà, non mi ha mai più risposto male e nel periodo successivo i suoi voti sono di colpo migliorati.

Queste situazioni all’inizio mi creavano ansia, ma poi si sono trasformate in grandi occasioni che mi hanno dato speranza, perché mi hanno mostrato come la sfrontatezza di questi ragazzi sia un grido d’aiuto. Spesso dentro di loro si nasconde una grande fragilità e un grande bisogno di essere amati, di essere riconosciuti. Anzi, le situazioni più difficili sono quelle più interessanti perché sono quelle in cui si può assistere a dei veri e propri miracoli quando si riesce a intercettare il loro vero bisogno – magari anche solo con una piccola attenzione a loro. Come mi ha detto un giorno un mio amico, quella dei nostri ragazzi è una generazione di potenziali santi, perché sono così fragili che quando incontrano qualcosa di vero, vi si attaccano subito, molto più di come accadeva alle generazioni precedenti in cui si pensava di potercela fare da soli.

Arginare i loro comportamenti non serve

Spesso, più il desiderio di vita brucia in loro, più questi ragazzi sono aggressivi, come ho scoperto con uno studente che stava vivendo una situazione personale molto difficile. A un certo punto dell’anno ha totalmente staccato la spina in classe: non prestava attenzione, non faceva i compiti, non accettava il mio aiuto. Arrivava in classe arrabbiato, dicendomi: “odio la scuola!” Poi un giorno, durante un laboratorio, si parlava di cosa ciascuno volesse fare da grande e lui è sbottato: “Ma cosa posso fare da grande se sono bravo solo in inglese? Non potrò fare nulla nella mia vita, non sono bravo in niente, odio questo posto”. Mi ha colpito come una pugnalata. Mi sono accorta che molte volte noi giudichiamo i nostri ragazzi per ciò che fanno o non fanno, ma dietro la loro aggressività, la mancanza di rispetto, il disinteresse, l’apparente non voglia di vivere c’è un desiderio di vita e di senso che brucia, c’è il bisogno drammatico di essere riconosciuti, di essere amati. E noi cerchiamo in tutti i modi di arginare i loro comportamenti sopra le righe, invece di accogliere la sfida che il loro desiderio di vivere ci lancia e provare a capire come intercettare il loro bisogno.

I giovani del 2023 sono diversi dalle generazioni precedenti, ma in realtà dietro ai loro comportamenti i bisogni sono identici ai miei, solo si esprimono in maniera più drammatica. Entrando in classe io non penso più: “come siete diversi da tutto ciò che ho visto prima di voi”, ma “come posso cambiare io oggi per arrivare a voi?”

Rossella Carone ha studiato chimica all’Università degli Studi di Bari. Seguendo il marito per lavoro si è trasferita nel 2015 in Florida, negli Stati Uniti, dove ha studiato per diventare una insegnante Montessori di scuola elementare, lavoro che ha svolto per tre anni. Attualmente insegna chimica e biologia in una scuola pubblica superiore negli Stati Uniti.

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