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Violante: scelte strategiche
per un'Europa "terzo polo"

  • 20 FEB 2024
  • Luciano Violante

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Politica estera e di difesa comune, maxi-piano per l'IA, spazio alla diplomazia.  Ma anche investimento sull'educazione e sullo sviluppo di "comunità pensanti" per reggere la sfida della post-democrazia

PERCHÉ ABBIAMO BISOGNO DI EUROPA

Quello dell’Europa appare ancora un tema lontano. Le campagne elettorali a cui stiamo assistendo riguardano le politiche nazionali, non europee. Parlare di Europa normalmente annoia. Eppure, gli equilibri del mondo sono tali che nessun paese europeo può resistere a Cina e Stati Uniti. E l’Europa è chiamata a svolgere la funzione di terzo polo.

Attualmente le guerre in corso nel mondo sono 59, i conflitti in cui non vengono impegnati direttamente gli Stati sono 170. Nessuna potenza è in grado di prevenire o chiudere una guerra. Questa situazione significa che si stanno mettendo le basi per un nuovo ordine mondiale, che chi vince queste guerre farà parte del gruppo di nazioni in grado di condizionare il mondo.

Solo il 20% della popolazione mondiale vive in democrazia. Nel 2000 le democrazie al mondo erano 83, oggi sono 24 (vedi Freedom house). I 78 Stati che non hanno votato la proposta dell’ambasciatore ucraino di sospendere la Russia dal consiglio dell’ONU per i diritti umani rappresentano il 70% della popolazione mondiale.

 

L’Europa nel panorama internazionale

 

 

È finita l’occidentalizzazione del mondo. I nostri competitori sono tutti autoritari (India, Cina, Russia…). l’India è diventata una potenza spaziale. India e Cina, da sole, sono la metà del mondo.

POSTDEMOCRAZIA E OLIGARCHIE

Anche il mondo occidentale è radicalmente cambiato negli ultimi decenni al suo interno. Mentre le democrazie tradizionali si reggevano su alcuni assi come i parlamenti e i governi, oggi una considerevole parte del potere è nelle mani di grandi gruppi di interesse finanziari, tecnologici e massmediatici. Non rispondono a nessuno, ma hanno la capacità di indirizzo politico e di condizionamento molto più forti dei Parlamenti.

La più importante oligarchia è quella digitale. Microsoft, Google e Amazon controllano il 64% del mercato cloud infrastrutturale. Il 95% delle nostre caselle di posta elettronica è gestito da Apple, Microsoft e Google. Nel 1980 la prime imprese USA in termini di capitalizzazione erano IBM, Exon, General Elettrics, nel 2020 erano Apple, Microsoft, Amazon, Alphabet (holding a cui fa capo Google), Facebook. Nello stesso anno, ciascuna delle 5 maggiori società tecnologiche valeva più delle 76 maggiori società energetiche messe insieme.

LA POLITICA AI TEMPI DELLA DISINTERMEDIAZIONE

La postdemocrazia è anche un effetto della disintermediazione. La società analogica era costruita con grandi mediatori, partiti politici, sindacati, associazioni, famiglie, chiesa. Essi erano sostanzialmente comunità pensanti. Dopo Tangentopoli i partiti si sono autodistrutti e non c’è stato il coraggio di pensare al futuro. Bettino Craxi fu l’unico a capire che cosa stava succedendo.

 

La lectio di Luciano Violante

Democrazia è rispettare l'altro

se non la coltiviamo si suicida

 

 Il digitale ha cambiato la comunicazione che è diventata orizzontale. La vecchia intermediazione si basava sul principio di rappresentanza, la comunicazione orizzontale segue il principio di somiglianza. Parliamo con coloro che ci somigliano, che la pensano come noi. La comunità che si crea non è una comunità pensante, ma in genere rancorosa. E soprattutto il follower non crede negli stessi valori, ma nei prodotti che deve comprare.

Un buon politico è colui che capisce il punto di ragione dell’altro e conosce il dolore delle persone, ad esempio capisce che cosa significa non avere i soldi per curare chi si ama. Scopo della politica è rispondere ai bisogni delle persone, al di là di quello che pensano.

Essere consapevoli che il nazionalismo è contrario agli interessi nazionali perché non difende la collocazione italiana in Europa. Sostenere la democrazia, è un impegno innanzitutto personale, che si fa carico anche dei doveri, oltre che dei diritti.

EUROPA TERZO POLO. COME?

Come può l’Europa, in questo contesto di crisi interna ed esterna, diventare il terzo polo nel mondo? Prima di tutto, dotandosi di una politica di difesa e una politica estera comune. Cioè, i singoli Paesi devono cedere della sovranità su questo terreno. L’Europa spende in difesa più degli USA, ma abbiamo un sistema inefficiente perché i sistemi dei vari Paesi non si parlano.

Inoltre, rivedere i trattati, che sono ormai datati. Studiare la possibilità di voti a maggioranza. Su questioni importanti non ci può essere un diritto di veto di un piccolo Paese.

L’Europa deve fare un piano strategico sull’Intelligenza artificiale. Il documento appena approvato non è un piano strategico, ma una regolamentazione. Occorre mettersi sulla strada dei nostri competitor. Se l’Europa non fa un piano strategico sull’IA il pericolo è che lo facciamo Amazon, Google, Apple, quindi che prevalgano gli interessi delle oligarchie su quelli collettivi.

I canali commerciali. La crisi del Mar Rosso vede Italia, Francia, Grecia più impegnate. I Paesi del Nord trovano più conveniente il passaggio a Nord in cui la Russia è impegnata. Che discorso si sta facendo in Europa su questi problemi?

Tornare a rendere centrale la diplomazia. Stiamo assistendo in questi mesi alla sconfitta della diplomazia. Il militarismo aggressivo non ha mai portato alla soluzione di un conflitto. La guerra è una scelta facile rispetto alla diplomazia. Se le diplomazie devono intervenire dopo la guerra, è difficilissimo che riescano a ricomporre tutto.

Non ridurre la questione africana al tema dell’immigrazione. Il Piano Mattei contiene l’idea di parlare con i Paesi africani non per colonizzarli, ma per dare loro servizi.

GLI ERRORI DELL’OCCIDENTE DA CUI IMPARARE

Fino al 2001 ha dominato la grande utopia della globalizzazione a guida occidentale. Quella che veniva chiamata globalizzazione era in realtà una occidentalizzazione del mondo. I paesi non occidentali erano visti come dei paria. Con l’11 settembre 2001 abbiamo fatto 3 gravi errori di presunzione.

Primo. Pensare di poter esportare la democrazia con le armi. In Europa la democrazia si è affermata dopo cinque secoli di discussioni, rivoluzioni, guerre. In Medioriente ci sono Paesi diversi.

Secondo. Il mito del libero mercato come presupposto necessario per lo sviluppo delle democrazie. In realtà, mentre la democrazia ha bisogno del mercato libero, il mercato non ha bisogno della democrazia. Si è visto in Cina. L’abbaglio che abbiamo preso è pensare che i mercati sarebbero stati decisivi per tutto. Il più grande possessore di titoli americani è la Cina: possiede più di 1000 miliardi di dollari e titoli del debito americano.

Terzo. Pensare che lo sviluppo digitale avrebbe messo in crisi i regimi autoritari. Nel 2017 il governo cinese ha pubblicato il piano di sviluppo per l’intelligenza artificiale di nuova generazione finalizzato ad assumere la leadership mondiale nel campo dell’AI entro il 2030. La Cina è prima al mondo per temi di ricerca e documenti sull’IA citati, prima al mondo per brevetti, prima per investimenti in capitali di rischio, seconda per numero di aziende di IA. Attraverso l’IA la Cina controlla tutti i suoi abitanti, attraverso meccanismi di riconoscimento facciale e con sanzioni pesanti attraverso “punti cittadinanza”.

SPUNTI DI CULTURA POLITICA

C’è un problema di classe dirigente in tutto l’Occidente. C’è bisogno che i corpi intermedi tornino a svolgere la loro funzione, che è quella di essere una comunità pensante. L’Europa è stata concepita senza corpi intermedi, ma oggi i suoi corpi intermedi sono gli Stati nazionali. Questi dovrebbero assumersi il compito di collegare l’Europa alle comunità nazionali.

Ricostruire la forza del pensiero attraverso comunità pensanti. La comunità pensante è in grado di guardare i problemi e affrontarli. La comunità non pensante gioca sul rancore. Ci sono tante iniziative di questo tipo in giro per l’Italia. Il mondo è “fuori dai cardini”, spetta alle vostre generazioni rimetterlo in ordine.

Rivalutare la pedagogia. Anche pedagogia digitale, per comprendere come potere utilizzare positivamente questi strumenti del futuro e come potrebbero danneggiarci. Formare soggetti che decidono come usarli e non come essere usati cambia le cose. E poi pedagogia tout cour, che aiuta le persone a crescere sull’errore.

Riflettere su vita e morte. Si parla più di dignità della morte che di dignità della vita. Se c’è dignità della vita c’è dignità della morte. Se c’è rispetto della vita c’è rispetto della morte. Tutte le guerre in corso significano morte. Il numero di suicidi aumenta, anche nelle carceri. Alcune politiche hanno come effetto la morte, l’annegamento in mare, ad esempio, ma nessuno risponde delle conseguenze di queste scelte. Solo un discorso sulla dignità della vita produce politiche dirette alla vita. Politiche del lavoro, della formazione, della famiglia, della sanità sono politiche di vita.

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