Quasi 118 euro, il 4,5% della spesa totale. Complessivamente 36 miliardi, circa un quarto rispetto ai 135 del Fondo sanitario nazionale. Spende di più chi abita in centro città, di meno chi vive al Sud
L’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) ha da poco pubblicato i risultati dell’indagine sulle spese delle famiglie per i consumi (“Report: Le spese per i consumi delle famiglie. Anno 2023. ISTAT, 10 ottobre 2024”), indagine campionaria che ha lo scopo di rilevare la struttura e il livello della spesa sostenuta dalle famiglie qualificandole secondo alcune caratteristiche sociali, economiche e territoriali. Per l’anno 2023 l’indagine ha interessato 28.180 famiglie (nel 2023 le famiglie residenti in Italia sono risultate in totale 25,7 milioni), dove la famiglia è intesa come famiglia di fatto, ossia l’insieme di persone coabitanti e legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o affettivi. L’indagine rileva tutti i tipi di consumi, alimentari e non (abbigliamento, abitazione, trasporti, informazione, ricreazione, istruzione, …), ed un capitolo importante riguarda le spese sostenute mensilmente in tema di salute, spese che saranno nello specifico l’oggetto di quanto segue.
DIMINUZIONE IN TERMINI REALI
Ogni famiglia italiana ha speso mensilmente nel 2023, in media, 2.738,1 euro (32.857 euro annui), e di questi 117,84 euro sono stati dedicati alla salute (per un totale annuale di 1.414 euro): vuol dire che la spesa sanitaria della famiglia ha inciso per il 4,30% della spesa totale. Se moltiplichiamo la spesa media annuale di ogni famiglia per la salute per il numero totale di famiglie secondo ISTAT (25,7 milioni) si arriva per tutta la popolazione italiana ad una cifra di poco più di 36 miliardi di euro all’anno, valore che risulta leggermente inferiore ai 40-45 miliardi provenienti dalle stime effettuate dalla Corte dei Conti. Questa cifra è aggiuntiva ai circa 135 miliardi che lo Stato mette a disposizione del Servizio sanitario attraverso il Fondo Sanitario Nazionale.

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Come si caratterizza questa spesa delle famiglie per la salute? Si può innanzitutto valutare il suo andamento nel tempo: la tabella 1 riporta i valori della spesa media mensile delle famiglie in euro correnti dall’anno 2018 all’anno 2023. Nel 2018, prima del periodo pandemico, la spesa media mensile totale di ogni famiglia è risultata di 2.563 euro e quella per la salute di 112 euro, con una incidenza sulla spesa totale del 4,36%. A valori correnti quindi la spesa mensile totale tra il 2018 ed il 2023 è aumentata del 6,82% e quella per la salute del 5,37%.
Tabella 1. Spesa media mensile delle famiglie in euro correnti. Anni 2018-2023. Fonte: ISTAT.

Calcolando i numeri indice di questa spesa (rapporto tra il valore corrente di ogni anno rispetto all’anno di inizio della serie), con riferimento all’anno 2018 si ottengono i risultati rappresentati in figura 1: solo la spesa per prodotti alimentari ha subito una crescita continua nel periodo, con una accentuazione nel biennio più recente (2022-2023), mentre per la spesa non alimentare sono evidenti sia il crollo che ha caratterizzato il periodo di maggiore incidenza della pandemia (2020-2021) sia la successiva ripresa (2022-2023). La spesa per la salute ha seguito lo stesso andamento nel tempo della spesa non alimentare: crollo nel biennio pandemico e ripresa successiva.

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Figura 1. Numeri indice della spesa media mensile delle famiglie. Anni 2018-2023.
Riferimento: 1 = anno 2018. Fonte: ISTAT.

L’andamento nel tempo della spesa a valori correnti non tiene però conto dell’inflazione: per farlo occorre calcolare la spesa a valori costanti. In proposito il Rapporto di ISTAT ci avverte da una parte che nel 2023 l’inflazione è risultata elevata (+5,9% è stata la variazione dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo, IPCA) e quindi la spesa totale in termini reali è diminuita (-1,5%) rispetto al 2022, dall’altra, allargando retrospettivamente l’orizzonte di osservazione fino al 2018 la spesa media complessiva è cresciuta in termini correnti ma l’aumento è stato più che assorbito dalla dinamica inflazionistica generale tanto che la spesa media a prezzi costanti è caduta del 6,1%, denotando quindi un impoverimento generalizzato delle famiglie. Il dato segnalato nel Rapporto ISTAT riguarda solo la spesa complessiva, ma poiché (come si è riportato sopra) a valori correnti la spesa mensile totale e quella per la salute sono aumentate in maniera analoga (seppur non identica) ne consegue che anche la spesa media mensile delle famiglie per la salute se si tiene conto dell’inflazione ha subito una caduta corrispondente.
MEDICINALI E DENTISTA
A partire dall’anno 2022 oltre all’aggregato totale che riguarda la salute l’Istituto di statistica rileva mensilmente alcuni dettagli della spesa. Dei 117,84 euro spesi mediamente ogni mese nel 2023 da una famiglia (tabella 2), 60,3 euro (pari cioè al 51,17%) riguardano medicinali e prodotti per la salute (medicinali 45,75 €, dispositivi medici 5,03 €, ausili 9,39 €); 52,74 € (44,76%) sono a carico di servizi sanitari ambulatoriali (prevenzione 17,58 €, servizi dentistici 26,67 €, altri servizi ambulatoriali 8,49 €); 2,55 € (2,16%) sono per servizi ospedalieri ed il rimanente (2,24 € pari al 1,90%) riguarda il resto. Questi valori (in euro correnti) risultano sostanzialmente invariati rispetto all’anno precedente (2022), con un leggero aumento proporzionale della spesa per servizi sanitari ambulatoriali (passati dal 42,99% al 44,76%) ed una corrispondente diminuzione della quota dei medicinali e prodotti per la salute.
Tabella 2. Spesa media mensile delle famiglie in euro correnti, secondo il tipo di spesa per la salute. Anni 2022-2023. Fonte: ISTAT

AL SUD SI SPENDE MENO
Un’altra informazione disponibile attraverso i dati dell’indagine è la distribuzione geografica della spesa, sia per macro aree territoriali che per singola regione. La spesa totale sia nel 2022 che nel 2023 (tabella 3) risulta superiore al nord ed al centro del paese ed inferiore al sud e nelle isole, ed altrettanto (nord-est escluso nel 2023) succede per la spesa per la salute, mentre sono le famiglie che risiedono nelle isole a mostrare in entrambi gli anni una maggiore propensione a spendere in salute (spesa % per la salute sul totale della spesa).
Tabella 3. Spesa media mensile delle famiglie in euro correnti, secondo l’area territoriale (pannello superiore); rapporto delle aree rispetto all’Italia (pannello inferiore). Anni 2022-2023. Fonte: ISTAT

Se si passa al dettaglio regionale (tabella 4) la Liguria, la Sicilia, il Lazio, la Valle d’Aosta, l’Umbria e la Calabria mostrano una propensione a spendere per la salute (% sul totale della spesa) maggiore della media nazionale, mentre le Marche e la provincia di Bolzano sono le aree dove proporzionalmente la spesa per la salute incide di meno; se si guardano invece i valori assoluti è nel Lazio che le famiglie spendono di più per la salute ed in Sardegna dove si spende di meno.
Tabella 4. Spesa media mensile delle famiglie in euro correnti, per regione. Anno 2023. Fonte: ISTAT

Se mettiamo in relazione la spesa media mensile delle famiglie per la salute (in euro correnti) con quella totale, usando i dati delle singole regioni (anno 2023), emerge quanto rappresentato in figura 2: all’aumentare della spesa media totale della regione aumenta anche la spesa media per la salute (con alcune regioni le cui famiglie mettono più risorse sul tema salute rispetto alla spesa totale: Lazio, Liguria, Sicilia), con una relazione di crescita che sembra però virare verso il raggiungimento di un plateau all’aumentare della spesa totale (vedi la provincia di Bolzano).
Figura 2. Relazione tra la Spesa media mensile totale delle famiglie in euro correnti e quella per la salute. Dati per regione. Anno 2023. Fonte: ISTAT

QUELLI DEL CENTRO CITTÀ
Sempre con i dati resi disponibili dall’indagine ISTAT e riferiti all’anno 2023 è possibile apprezzare come variano la spesa media mensile totale delle famiglie e quella per la salute (nonché il loro rapporto percentuale) in funzione di alcune variabili di stratificazione (tabella 5), per alcune delle quali la classificazione avviene in funzione della persona di riferimento della famiglia. Le famiglie che risiedono al centro di un’area metropolitana sono quelle che spendono di più sia nel totale dei consumi, sia per la salute, sia nella propensione a spendere per la salute.
Per quanto riguarda la dimensione della famiglia, oltre all’ovvia osservazione che le famiglie più numerose spendono mediamente di più, le famiglie composte da 2 persone sono quelle dove la spesa per la salute incide maggiormente sulla spesa totale (su quelle molto numerose, 5 o più componenti, invece la spesa per la salute incide di meno). Per quanto riguarda la tipologia familiare sono le persone con più di 65 anni sia singole che in coppia senza figli le tipologie dove la spesa per la salute incide proporzionalmente di più sulla spesa totale. Guardando al titolo di studio spendono di più le famiglie dei laureati, sia complessivamente che per la salute, ma in termini proporzionali la spesa per la salute incide molto di più, sulla spesa totale, per chi al massimo ha raggiunto la licenza elementare. Infine, in relazione alla condizione professionale, la spesa per la salute ha la sua maggiore incidenza sui ritirati dal lavoro (probabilmente per via della loro età).
Tabella 5. Spesa media mensile delle famiglie in euro correnti, per diverse variabili di stratificazione. Anno 2023. Fonte: ISTAT

Fin qui i dati economici sulla spesa media mensile delle famiglie nel 2023. A queste informazioni il Rapporto di ISTAT fornisce due ulteriori elementi che riguardano la salute: da una parte segnala che il 79,1% della popolazione ha dichiarato di non avere modificato i propri comportamenti di acquisto relativi alle spese sanitarie (era il 78,4% nel 2022), dall’altra riporta che nel 2023 le famiglie che dicono di aver aumentato, rispetto all’anno precedente, la spesa per visite mediche e accertamenti periodici rappresenta il 4,7% del totale.
UN COPERCHIO DA TOGLIERE
Mentre la spesa complessiva delle famiglie per la salute è raccolta da ISTAT da tempo ed è pertanto possibile esplorarne le variazioni temporali passate ed effettuare eventuali proiezioni sul futuro, i suoi dettagli sono solo recenti e potrebbero essere ulteriormente approfonditi per esplorare temi sui quali i sistemi informativi correnti non forniscono utili informazioni: è il caso, ad esempio, delle ragioni che stanno dietro alle motivazioni della spesa o della maggiore/minore spesa (problemi economici? lunghe liste di attesa? difficoltà o indisponibilità dell’offerta? distanza del servizio? prestazioni non LEA?), ma è soprattutto la necessità di togliere il coperchio (dal punto di vista informativo, ovviamente) ad una quota di spesa sanitaria che è pari ad un quarto circa delle risorse che lo Stato mette a disposizione per far funzionare l’intero servizio sanitario nazionale e che introduce nel SSN stesso diseguaglianze ed iniquità che dovrebbero invece essere evitate.